venerdì 5 aprile 2013

1992: Alle origini del V-Day

Il Format che verrà proposto nel V-Day del 2007 (Grillo grida nome, pubblico risponde "Vaffanculo") fu in realtà portato avanti da Grillo già nel febbraio 1992 in un suo spettacolo a Milano. Di certo non fu una novità.

Se ne trova traccia nel libro "Beppe Grillo Show", Edizioni Blues Brothers, (pag. 61-67) nel quale si leggono aneddoti molto interessanti che richiamano tutto il successivo percorso del neo politicante.

In un'intervista per la promozione del suo spettacolo Grillo dichiarava:


[..] Mi contestano ancora lo scandalo di aver dato del coglione o del ladro a qualcuno, ma la mia è preistoria rispetto  a oggi che va in onda la vita intima del travestito col figlio omosessuale sposato a una lesbica. E nessuno che si vergogni!»

Omosessuali, lesbiche e travestiti devono vergognarsi. Iniziamo bene...


All'inizio dello spettacolo gli spettatori venivano invitati a scegliere e indossare vari cartelli:

Gli spettatori dovranno appendersi al collo un cartello con l' indicazione del proprio "gruppo di appartenenza", scelto fra «Bianco del Nord», «Meridionale», «Ebreo» , «Sieropositivo», «Leghista», «Caccia e pesca», «Pensionati vivi e moani», «Panda comunisti», «Giornalisti Rai e loro amanti», eccetera.

Gruppi di appartenenza??? Bianco del Nord? Meridionale? Comunisti?? Ebreo?!?

Giornalisti! (Ricorda qualcosa della retorica antigiornalisti attuale?)

Una catalogazione fatta con quale punto di vista?
Tutto un pò razzista? Chissà!..


Poi c'era l'inizio dello spettacolo.
Grillo faceva il suo ingresso nel teatro accompagnato da un gruppo di giovani vestiti da squadraccia naziskin con tanto di svastiche al braccio.

«Non ce l'ho con i partiti, con i socialisti, con Cossiga; ce l'ho con voi», ha urlato Grillo entrando in sala circondato da un gruppo di skinheads con svastica al braccio. Ce l'ha con noi perché non ci ribelliamo, perché subiamo tutto.

Ma in che senso entrava circondato da un gruppo di skinheads?
Ce lo chiarisce un vecchio articolo di Repubblica (qui).

Per ciascuno dei suoi spettatori Grillo aveva predisposto un biglietto-targa con una categoria socio-razziale da lui segnalata. 
Dei grandi cartelli all' ingresso dicevano: "E' obbligatorio scegliere la categoria di appartenenza. Si confida nella sincerità della scelta e nel senso dell' umorismo degli spettatori". A scelta si poteva prendere la targhetta "stampa, Rai e loro amanti" oppure "bianchi, puri, del nord", "pensionati, vivi", "ebrei, skinheads", oppure "gladiatori, piduisti, servizi segreti" o ancora "leghisti, extracomunitari, meridionali". 
Un' occhiata veloce sulla platea mostrava che la maggior parte della gente si era riconosciuta nella categoria "bianchi, puri, del nord" con una buona percentuale però anche di "gladiatori, piduisti, servizi segreti". 
Ai malcapitati che non avevano ancora preso la loro targhetta due minacciosi skinheads con tanto di svastica sul braccio obbligavano immediatamente a tornare indietro.

Tutto chiaro: nello spettacolo i naziskin sono al servizio di Beppe Grillo.

Apologia del fascismo? Leggermente ambiguo? Sostegno, travestito da satira, ai naziskin dell'epoca? (Movimento politico occidentale, Veneto Skin e compagnia bella?)

Dopodichè partiva lo spettacolo vero e proprio.


Sbeffeggia i comunisti: «Il loro prossimo congresso lo faranno allo stadio, e sarà un pò lungo - diciamo 15-20 anni... I comunisti sono come i panda, ne sono rimasti un paio allevati con midollo di giunco».

La destra ringrazia.


Racconta barzellette: «I sardi parlano al contrario: "Capito mi hai?". Al telefono prima dicono "Pronto", poi alzano la cornetta».

Grillo non ha solamente una bassa considerazione dei napoletani (vedi qui e qui), ma anche dei sardi, che presenta come persone poco intelligenti.


Faceva una critica ai poliziotti, colpevoli di scioperare e di non menare abbastanza gli studenti:

Grillo non ha risparmiato nessuno (nemmeno) i poliziotti : «Sono in sciopero e gli studenti li controllano con i lacrimogeni: che cazzo sta succedendo?»

Il che non può che richiamare la critica fatta anni dopo ad alcuni carabinieri, colpevoli (a suo dire) di non aver picchiato un immigrato di nascosto e di essersi invece fatti scoprire. (vedi qui)


Parte il prequel al futuro V-day:

Ed eccolo istruire il più grande coro d'insulti che la storia del teatro ricordi: duemila bocche che scandiscono all'unisono "Fanculo". Dedicato a chi? Non c'e che da scegliere. Giuliano Ferrara, per esempio. «Mi piace quando parla di sesso, lo vedo, ma più di tutto vedo la Anselma... Gli lanciamo l'orgasmo di duemila persone? Gli mandiamo un trilione di spermarozoi?».
Prevale l'ipotesi del "Fanculo", che viene tuonato alla segreteria telefonica di [Ferrara]. Fuori uno.

Vittorio Sgarbi: «E' stato condannato per assenteismo, Ma di cosa soffriva Sgarbi? C'è un medico in sala? Mi spieghi queste malattie. Che vuol dire "anemia sideropenica con ipotensione costituzionale"? Mancanza di ferro. "Stati ansioso depressivi con somatizzazione poliviscerale"? Diarrea». Un lampo luciferino attraversa lo sguardo di Grillo...Mandiamo un "Fanculo" anche a Sgarbi?». Cagone, suggeriscono dalla surriscaldata platea. E a una signora che ha il torto di rispondere al telefono di Sgarbi i duemila muggiscono «Cagone».

(Ecco, adesso è più chiaro il perchè di tanto astio di Ferrara e Sgarbi verso Grillo).




Dopo le trionfali date milanesi di febbraio [..] Grillo annuncia: «Nelle prossime serate. più che in veste di fustigatore, mi voglio presentare come vendicatore.

Grillo continuerà la sua autorappresentazione come vendicatore nel v-day fino ad arrivare ad oggi.


Il bello di tutto ciò è che durante un'intervista di quei giorni a proposito del suo spettacolo diceva:

Mi scusi Grillo: [..] C'è qualcosa in giro che le piace?
«A me sembra che Ferrara abbia detto una cosa importante. Ha detto: "Se i partiti nuovi sono questi qui - ci si riferiva al mago Otelma, alla lista Caccia e pesca e agli altri partitini - allora conviene tenersi quelli vecchi".
Tutti sparano nel mucchio, ma a me pare che i politici non siano peggio di noi. Segni, Occhetto, La Malfa, Craxi, Spadolini non mi sembrano dei ladri, dei disonesti. La gente è portata a considerare i politici responsabili di tutti i mali. Se non cominciamo noi a cambiare, non cambierà niente».

L'altra sera è arrivata una telefonata di uno spettatore che le proponeva di costituire una lista. La farebbe una lista Grillo, una lista di picconatori?
«Ma no, non sono un picconatore. Sono un comico che anziché usare le barzellette, usa le notizie. A me non interessa fare una lista...» .

Già in quegli anni c'era aria di "Partito del Grillo", ma alla fine ci pensò Berlusconi nel 1994 a risolvere la situazione.

Per le similitudine tra linguaggio dei picconatori (Cossiga fu considerato "il picconatore", con grande sostegno del MSI di quegli anni), tra il linguaggio di Berlusconi e quello del M5S vedi qui.


Perchè ce l'ha con Costanzo? «Critico il suo modo di usare questo mezzo straordinario. Il suo è un calderone in cui butta dentro assessori coi paraplegici, mischia il dolore coi consigli per gli acquisti. Dicono che nei suoi programmi fa del bene, risolve casi umani difficili. A me sembra che faccia tanti danni.
Intanto, se risolvi il caso di un paraplegico, tutti gli altri, quelli che non possono venire al Parioli, li odiano. E poi, tra un assessore e un paraplegico, è facile stare dalla parte del paraplegico.
Io ho frequentato questo tipo di persone e so che ci sono anche paraplegici stronzi e assessori onesti. Di fronte al pubblico si costringe l'assessore a fare delle promesse che poi non potrà mantenere. Se non sono danni questi...».

Saranno contenti i paraplegici di sapere che Grillo pensa che risolvere i loro problemi in tv porti solo a generare odio nei loro confronti? (Ergo: meglio risolvere i loro problemi lontani dallo sguardo dei telespettatori).

Saranno contenti i paraplegici di essere considerati una tipologia di persone? (Del tipo: quella persona è veramente una persona per bene, quel tipo è poco affidabile, quest'altro è un paraplegico).



Praticamente Grillo odia i politici ma anche no!
Sono essere umani a cui è troppo facile dare addosso data la loro posizione.

Anni dopo invece li demonizzerà il più possibile.

Dato per vero quello che disse nel 1992 ("La gente è portata a considerare i politici responsabili di tutti i mali. Se non cominciamo noi a cambiare, non cambierà niente"), Grillo in questi anni non avrà forse demonizzato i politici solo per calcoli opportunistici ed elettorali, in quanto la demonizzazione di colui che viene identificato come nemico giova al consolidamento del consenso (dicesi fanatismo)?


Lo spettacolo di Grillo: un richiamo alla rivoluzione? Un vero invito a ribellarsi? ("Ce l'ho con voi! [Perchè non vi ribellate!])

Niente affatto.

Gli spettatori tornano a casa dopo aver sfogato le loro insoddisfazioni, le loro incertezze e paure per il futuro, attraverso la visione dello spettacolo di Grillo.
Grillo, ieri come oggi, ha contribuito a mantenere saldo lo statu quo. Tra deliri vagamente razzistoidi e rituali "fanculizzanti" di massa.

[...] Un Grillo capopopolo che mette in esposizione i mali d'Italia e plana su tutte le magagne del mondo. Un Grillo filosofo, politico e cinico che fa ridere con le nostre più terribili miserie. Se la platea prendesse sul serio tutto quello che il comico gli dice, si alzerebbe per andare a fare la rivoluzione. Ma contro chi! Già, perché Grillo colpisce a 360 gradi. Assume su di sé tutte le incazzature del mondo e lascia i suoi fan svuotati e inerti».

Come disse la signora nel video: «E' un modo per sfogarsi»
In teatro. Dove non si darà mai fastidio ai potenti.

Con Beppe non c'è "violenza" nelle strade, già dal 1992.

ControGrillo

  


Note del testo del libro:

[1] Cfr. intervista al "Corriere della sera", 13 febbraio 1992
[3] Riferimento al programma tv Lezioni d'amore, trasmesso da Italia 1 all'inizio del 1992 e condotto appunto dal giornalista craxiano Giuliano Ferrara e da sua moglie Anselma dell'Olio. Dedicato ai problemi del sesso, il programma era stato sospeso dopo poche puntate.
[4] Osvaldo Guerrieri, "La Stampa", 20 febbraio 1992.
[5] Il riferimento è al socialista Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio di milano, arrestato mentre intascava una "mazzetta" pagata da un fornitore dell'ente pubblico.
[6] Maurizio Caverzan, "Il Sabato", 14 marzo 1992.
[7] Sotto il titolo «Grillo: una parolaccia vi seppellirà»,a firma Sergio Trombetta, "La Stampa" del 27 giugno 1992 pubblica decine delle battute dette in scena dal comico.