domenica 6 gennaio 2013

Sicilia e eletti grillini: E come al solito i conti non tornano!

Una carrellata sull'epico scontro che sta avvenendo in casa dei grillini siciliani tra le loro fantasie pre-elettorali e la dura realtà.

“I grillini siciliani si sono presi tutto lo stipendio”

26/12/2012 - Lo rivela un giornalista di Repubblica, ed è subito polemica




"I grillini siciliani si sono presi tutto lo stipendio"
di

La rete non perdona, dice sempre Beppe Grillo, ma questa volta a farne le spese è proprio il suo movimento, più precisamente in Sicilia.

I FATTI - E già. Perché dopo le elezioni di Ottobre, vinte anche grazie alla promessa di restituire tutto lo stipendio a parte 2.500 euro, in molti attendevano di vedere per la prima volta il “miracolo”. Tutti quelli, perlomeno, che avevano dato fiducia alle parole del Capo e dei deputati eletti in regione. E invece, proprio a ridosso di Natale, la doccia fredda. I grillini i soldi se li prendono, e se li prendono tutti. Lo rivela un articolo di Emanuele Lauria sull’odiatissima La Repubblica, che apre ovviamente a un mare di polemiche.

“PROBLEMA TECNICO” – Le solite bugie elettorali? Non proprio: i grillini sbarcati all’Ars hanno infatti scoperto, come era prevedibile, che i buoni propositi non bastano senza un pizzico di esperienza e conoscenza. Se si fossero informati prima di promettere, infatti, avrebbero scoperto che “tecnicamente” è molto complicato restituire quel denaro come avevano promesso. Scrive Lauria:
Ma una lunga serie di incontri con i funzionari dell’Assemblea non è servita a chiarire in che modo dovrà avvenire il Gran rifiuto. In un primo momento Grillo e i suoi emuli avevano affermato che avrebbero “lasciato alla Regione” la quota eccedente i 2.500 euro. Operazione tecnicamente non possibile, hanno spiegato i burocrati. Poi i dubbi di natura fiscale: la rinuncia a tre quarti dei compensi non eviterebbe ai grillini di pagare le tasse sull’intera cifra che viene loro corrisposta. Quindi l’ultima soluzione: la donazione delle somme su un conto vincolato e destinato alle attività produttive. Ma per far ciò il consiglio di presidenza dell’Ars dovrebbe riunirsi ogni mese e deliberare l’accettazione del “regalo” da parte dei parlamentari di M5S. E anche l’ipotesi di istituire un capitolo vincolato di bilancio suscita serie perplessità ai piani alti di Palazzo dei Normanni. “Risolveremo questo problema nei primi giorni del 2013″, ha detto ieri mattina Cancelleri.
Nell’immagine sottostante, ripresa dalla pagina Facebook di Massimo Merighi, si può capire quanto prendono i deputati della Regione Sicilia (grillini compresi, sinora). Il documento è stato inviato a Merighi da un deputato (non grillino) a testimonianza della retribuzione media all’Ars.


Un documento che effettivamente sembra verificare quanto detto da Lauria. In sostanza questo mese i grillini i soldi se li sono presi tutti: come li restituiranno? Cosa faranno di quelle eccedenze che avevano promesso di rifiutare ancor prima di incassare?


“CRITICHE? CHI VI PAGA!” - Ovviamente l’articolo ha sollevato un vespaio di polemiche, con tanto di accuse e insulti al giornalista reo di aver fatto il suo lavoro. Al grido di “chi ti paga”, la rete è stata immersa di risposte non proprio ortodosse, fra cui spicca quella di uno dei grillini citati dall’articolo, cioé Antonio Venturini, neo vicepresidente vicario dell’Ars. Proprio lui pubblica un video su Youtube  che in molti hanno giudicato “in stile mafioso”, in cui risponde al giornalista dicendo di aver già “presentato nove giorni fa” la “rinuncia all’indennità”, cioé 2.300 euro su 14 mila. Alla risposta seguono poi alcune battute effettivamente pesanti e inutili, come quella in chiusura: “Mi auguro che ti riprenda dalla sbronza di questa sera e che crescendo tu possa diventare un giornalista degno di questo nome”. Ecco il video



La risposta di Lauria non si fa attendere, e via Facebook attacca a sua volta
Il commento di Filippo Bellanca, attivista grillino che si mostra civile nei toni e rispettabile nei contenuti (a differenza di tanti colleghi) mi induce a un ultimo chiarimento: nell’articolo pubblicato sabato riferivo di un fatto incontrovertibile. Nelle buste paga che tutti i deputati di M5S hanno ricevuto venerdì – le quali ovviamente corrispondono a un accredito nel primo giorno non festivo – c’è un’indennità netta di 11.700 euro a testa. Cifra ben lontana dai 2.500 euro che da oltre due mesi Grillo e i suoi accoliti dichiarano di voler trattenere. Ora, non mi addentro nelle responsabilità: conosco da tempo le cose dell’Ars e so che ci sono regole, chiamatele se volete intoppi burocratici, che rendono difficile l’attuazione di un impegno elettorale preso forse con troppa leggerezza, quello di “lasciare i soldi alla Regione”. Sono certo che si supereranno i problemi e che la “mission” di Cancelleri andrà a compimento. Finora, però, non è avvenuto: e i propositi di risolvere la questione in anticipo rispetto alla corresponsione della prima mensilità sono andati in fumo. Un giornalista registra fatti. Quanto alle indennità supplementari, nell’articolo ho solo indicato le cifre spettanti, per legge e delibere, a membri dell’ufficio di presidenza e vertici delle commissioni. Se il simpatico Venturino, del cui cortometraggio di dubbio gusto dovrà rispondere in altre sedi (non davanti alla giuria degli Oscar…), ha fatto atto ufficiale di rinuncia (e ne ho preso atto doverosamente), non così ancora i componenti grillini degli uffici di presidenza delle commissioni.
Poi, se permettete, restano dei dubbi. Del tipo: i grillini, malgrado la sbandierata rinuncia a tre quarti dell’indennità, prenderanno i contributi previdenziali per l’intera cifra e dunque accederanno a una robusta pensione? In che misura il signor Venturino sta usufruendo di una serie di bonus da vicepresidente quale i 10 mila euro mensili (mensili!) per la segreteria? Io, lo ammetto, frequento il web lo stretto necessario a informarmi presso fonti autorevoli, ma se lo stesso avessero fatto i grillini che oggi mi attaccano, si sarebbero accorti che in me c’è sempre stato tutt’altro che un atteggiamento malevolo nei confronti di M5S. Ho seguito e raccontato la campagna elettorale di Grillo dando la possibilità a Cancelleri di illustrare il suo programma attraverso un’intervista lunga una pagina. E delle piazze piene in Sicilia per Beppe Grillo Repubblica, nell’edizione nazionale, ha raccontato per prima in un pezzo a mia firma. Cercate nei vostri archivi informatici, cari grillini, e davvero informatevi prima addirittura di denunciare intenti giornalistici conservatori e di difesa dello status quo. Quando molti di voi ancora andavano a scuola io denunciavo gli sprechi e la malagestione di Cuffaro e Lombardo, ricevendo in cambio attacchi certo più eleganti di quelli del sig.Venturino. Su sprechi e privilegi siciliani, poi, dice tutto un libro che ho scritto con Enrico Del Mercato e che so molti di voi hanno letto: “La Zavorra”, edizioni Laterza, con prefazione di Gian Antonio Stella. Permettetevi di consigliarvelo e perdonatemi un pizzico di immodestia. Tanto vi dovevo, e questo è il mio ultimo intervento in materia che farò su fb. Auguri ancora a tutti.
IN CONCLUSIONE – Nessuno ha accusato il Movimento e i deputati siciliani di aver “rubato” o mentito, e gli attacchi volgari ricevuti da Lauria, in puro stile 5 stelle, sono eccessivi e ben lontani da quella novità tanto sbandierata da chi si difende insultando come qualche Berluschino di nostra conoscenza. Il punto della vicenda non sono tanto i soldi, infatti, ma la dimostrazione che non si può governare con le sole buone intenzioni. E che tutto il tempo che ci vorrà per capire come fare per ridare questi soldi, sarà tempo rubato all’azione di governo. Prendersi cura di un paese non è una barzelletta, e non è un lavoro che si improvvisa. Questa è l’accusa a cui nessuno ha risposto, e questo è il reale problema con cui bisogna fare i conti. Perché certe volte anche le buone intenzioni possono fare danni: ciò che serve a questo paese è gente onesta e capace, nei posti che occupa per merito. Mandarcela è il vero compito dei buoni cittadini, non improvvisarsi ciò che non si è.

*Come volevasi dimostrare*: Se mi inviate un indirizzo, provvederò io stessa a inviare per Natale un disco nuovo ai grillini.


Fonte: Giornalettismo

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Cosa non si fa per fare propaganda a proprio favore! Si sparano perfino cifre false!
Tanto poi si può sempre dire che si è trattato solo di un errore no?

Il Movimento Cinque Stelle rinuncia ai rimborsi elettorali ma sbaglia a fare i conti

La cifra più bassa di quanto annunciato. E in Emilia si riuniscono i consiglieri. Biolè in Piemonte: «Non mi dimetto»

Grillo durante un comizio (Ansa) I grillini rinunciano ai rimborsi elettorali delle regionali ma sbagliano a fare i conti. Così durante la manifestazione simbolica organizzata a Palermo, davanti al Palazzo dell'Assemblea regionale, hanno preferito non mostrare ai cronisti, accorsi in massa, la gigantografia dell'assegno con l'importo del rimborso che riportava la cifra errata di 1,426 milioni di euro. Solo qualche fotografo giunto prima degli altri ha potuto immortalare l'assegno gigante, poi i deputati del Movimento Cinque Stelle lo hanno messo via. L'ammontare esatto del rimborso, che i cinquestelle hanno deciso di lasciare al Tesoro, è di circa 800 mila euro, invece del milione e mezza annunciato. Al di là dell'errore di calcolo, il Movimento ha mantenuto l'impegno di rinunciare al rimborso pubblico.

DA TORINO A BOLOGNA - Intanto resta alta la tensione nel Movimento. Se da un lato si attende la riunione a Bologna per la verifica semestrale sul lavoro dei consiglieri comunali in cui si deciderà il destino dei consiglieri «ribelli» Favia e Salsi, dall'altro non scemano le polemiche in Piemonte all'indomani dell'espulsione tramite raccomandata di un ufficio legale del consigliere Fabrizio Biolè, «colpevole» di aver difeso Salsi dopo l'attacco di Grillo per la sua partecipazione a Ballarò. A fine mattinata Biolè ha chiarito la sua posizione, annunciando che non intende dimettersi dal Consiglio regionale del Piemonte. «Posto che la mia azione politica, sicuramente incompleta e fallace - ha spiegato - si è finora ispirata a principi legati al movimento sotto il cui simbolo sono stato eletto ma non ne è diretta ed esclusiva conseguenza, ritengo di poter continuare il mio incarico istituzionale di consigliere regionale». In una lunga nota, in cui ripercorre le tappe che lo hanno condotto a candidarsi nelle fila del Movimento 5 stelle, Biolè osserva: «mi pare quantomeno incomprensibile il motivo per cui mi sia stata data la possibilità all'uso politico e comunicativo del simbolo del MoVimento 5 Stelle per ben 32 mesi dalla data della mia elezione (risottolineo che il mio curriculum completo, con tanto di mandati pregressi, era stato messo in rete molto prima delle elezioni), per poi decidere di revocarlo, prima tramite una telefonata che mi chiedeva di fare un passo indietro silenzioso (alla stregua della peggior ammissione di una colpa, che non mi sento proprio di avere) e poi con una fredda, seppur ineccepibile, lettera di uno studio legale». Nel frattempo da Reggio Emilia Valentino Tavolazzi, il primo espulso via blog, ha compiuto una mossa di avvicinamento fra i dissidenti diffondendo un documento in difesa del collega piemontese.

POLEMICA SULLE PRIMARIE - Ma non solo. A suscitare polemiche interne è anche un post pubblicato da Grillo sul suo blog dal titolo «Le primarie del nulla», scritto dopo il confronto televisivo tra i candidati del centrosinistra. Molti attivisti non sono d'accordo con il leader e scrivono: «Non attacchiamo per partito preso». Già in passato infatti nel movimento si era discusso se fosse il caso di scegliere o meno i candidati del M5s attraverso elezioni primarie. Ma nei giorni scorsi Grillo ha tagliato la testa al toro annunciando di non voler ricorrere a questo mezzo. Così la selezione è affidata al dibattito interno portato avanti su MeetUp e blog. 
[Poi però le primarie del PD hanno riscosso troppa attenzione mediatica e quindi come sappiamo sono partite le farsesche e truffaldine parlamentarie del M5S. 
Memorabili e indimenticabili, oltre che vera espressione di democrazia. Ahahah!]
Il commento dei Cinque Stelle al confronto tv è affidato a un post ospitato in home page, firmato Alessandro P.: «In Italia non c'è un sistema elettorale che includa il premier, quindi le primarie sono una sciocca arma di distrazione di massa alle elezioni gli italiani non votano per il premier ma per dei partiti i quali voteranno per un presidente del consiglio che infatti può anche essere sfiduciato dagli stessi partiti che hanno fatto le primarie per eleggerlo (Prodi)».


Fonte: Corriere

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Dulcis in fondo, arriva anche questa simpatica notiziola. E anche i grillini si ritrovano nell'occhio del ciclone e sotto l'attenzione della critica pubblica come qualunque altro partito politico.

Psicodramma M5S, Riotta querelato per un retweet

Pubblicato il gennaio 2, 2013 di

giarrusso
Avvocato Mario Michele Giarrusso

Aggiornamento: consiglio la lettura di questo post di Valigia Blu in cui si specifica meglio la natura del tweet di Riotta (tecnicamente non un retweet ma una interpretazione personale di una notizia che il giornalista medesimo ha letto – come poteva fare chiunque altro – sulla versione siciliana di Repubblica, versione cartacea).

E’ come se Riotta avesse tradotto la notizia con parole sue, con parole “nuove” (lottizzazione ce l’ha messa lui) e l’avesse riferita come se stesse chiacchierando con gli amici giù al bar. Sia chiaro, si risolverebbe tutto con una rettifica di 140 caratteri. E sarebbe finita lì, da galantuomini. Valigia Blu afferma che “Il RT come il tweet non dovrebbe esimere dalla verifica della notizia e in caso contrario si può incorrere in querele per diffamazione”. 
Non sono completamente d’accordo: Riotta ha divulgato una notizia che era sulla carta, interpretandola. Quante volte avete linkato e retwittato o citato parole di articoli di giornale? Avete provveduto ad eseguire le opportune verifiche? E’ possibile materialmente farlo? Un RT dura lo spazio di un millisecondo. 
Un tweet qualcosa in più, poiché il twitteratore deve comporre il messaggio e pensare a cosa scrive. Ma se traduce il significato di un articolo con una parola che prima non c’era, davvero compie diffamazione?

[Post originale]

Si chiama Mario Michele Giarrusso. E’ un avvocato ed è fresco candidato alle Politiche 2013 per il M5S. Quel che gli è successo lo spiega lui stesso sul blog di Grillo:
[sono] stato contattato da una pubblica amministrazione che deve liquidare l’ATO acque. Qualche tempo fa abbiamo vinto in maniera splendida un referendum che ha sancito che l’acqua deve essere pubblica, deve essere dei cittadini. Per fare questo bisogna liquidare tutte le strutture che sono state create per trasferire l’acqua, che è nostra, alle società private. Per fare ciò si dà un incarico a un avvocato, in questo caso il sottoscritto (blog Beppe Grillo).
La notizia di questo strano incarico è stata riportata da Repubblica, in particolare dal giornalista Carmelo Caruso. La storia subodora di lottizzazione, secondo Caruso. Riotta legge l’articolo e come un normale twitteratore ne scrive nei canonici 140 caratteri:
Di fatto si tratta di un Retweet, anche se non nella forma canonica. In gergo giornalistico potrebbe essere definito come una “ribattuta”. Naturalmente Riotta non ritwittera nel suo ruolo di giornalista, poiché altrimenti ne avrebbe scritto un articolo, come Caruso, e avrebbe per certi versi verificato la veridicità delle informazioni.  Ma l’avvocato a 5 Stelle lo querela ugualmente:
La liquidazione degli ATO idrico è stata decisa dall’Assemblea Regionale Siciliana non più di una settimana fa. Con tale provvedimento le funzioni d’Ambito tornano di competenza ai Comuni. L’ARS dovrà approvare una ulteriore legge per riconsegnare ai comuni siciliani la gestione dell’acqua. Dovrà farlo entro sei mesi: nel frattempo, la situazione viene cristallizzata.  I Comuni che non hanno consegnato ai privati i loro impianti non avranno più l’obbligo di procedere alla consegna. In sostanza, le società private a cui erano state assegnate le licenze di gestione dell’acqua pubblica dovranno essere smantellate. Centinaia di lavoratori verranno licenziati o ricollocati. Le società verranno liquidate. La chiusura dell’ATO di Catania verrà gestita proprio da Giarrusso. 

Il ruolo di Giarrusso, avvocato “di grido” come viene scritto da più parti, protagonista della lotta contro gli inceneritori e i rigassificatori, è quello di consulente del commissario della Provincia di Catania, Antonina Liotta, nominata tale dal presidente Crocetta lo scorso Novembre. 
Il caos sugli ATO in Sicilia è tale che non si capisce più dove sta il torto e dove la ragione: Giarrusso è stato nominato dalla Liotta, crocettiana. 
E’ sufficiente questo per gridare alla lottizzazione? Forse no, tanto più che gli ATO ora si rifiutano di restituire gli impianti ai Comuni: “Seicento milioni di euro di appalti, una società partecipata dalla Provincia regionale di Catania, e un partner privato che detiene il 49%. La Sie Spa, società che dovrebbe gestire il servizio idrico alle falde dell’Etna, è il capolavoro giuridico della gestione Lombardo della Provincia. Sino a questo momento gli Ato si sono rifiutati di consegnare gli acquedotti alla società” (LiveSiciliaCatania).

Giarrusso è stato scelto per la sua competenza di avvocato o piuttosto perché appartenente al M5S? 
La sua nomina fa parte della strategia di seduzione invocata da Cancelleri l’indomani della elezione di Crocetta (“presidente, ci seduca”, disse Cancelleri)? 
Domande che meritano risposte, non querele.



Anche noi facciamo nostre queste domande. Si tratta di uno scambio di favori politici oppure no?

I fieri eletti e superiori grillini, imparagonabili e inconfrontabili con la precedente vituperata casta, i puri che più puri non si può, non gradiscono che s'insinuino dubbi sul loro conto!

Che ne dite? C'è qualcosa di marcio in Danimarca, pardon, Sicilia...oppure la querela a Riotta è giusta? 

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Parlando di Sicilia, non potevano mancare i commenti dell'ex beniamino dei grillini Tony Troja.
Buona lettura! 


Caro Beppe Grillo, e adesso che intenzioni hai in Sicilia?

Giovedì 22 Novembre 2012 15:46 

Caro Beppe,

inutile negarlo: il tuo partito ha fatto un ottimo risultato in queste elezioni siciliane. Certo è che, se non ci fossi stato tu, col piffero che sareste diventati il primo partito nell’Isola. E sicuramente, se avessi tolto il tuo nome dal logo del partito (è da idioti continuare a chiamarlo “movimento” o "non partito"), col piffero che avresti ottenuto questo risultato. E sicuramente, se non ti fossi sbattuto così tanto nel fare i tuoi spettacoli gratis in piazza, camuffandoli da comizi elettorali, col piffero che il tuo partito sarebbe arrivato dov'è adesso.

Ma il piffero, caro Beppe, tu lo sai usare benissimo. Sei un bravissimo pifferaio e lo hai ampiamente dimostrato facendo votare per te (e non per gli illustri sconosciuti dei tuoi candidati, scelti attraverso un sistema che andava in netto contrasto con gli artt. 4 e 5 del Non Statuto) anche tutte quelle persone che speravano (inutile negare anche questo) di trovare il tuo nome tra i candidati (memorabile fu la scena di quel signore a Bagheria che, uscendo dal seggio, esclamò: “Io cercava a Beppe Grillo e ‘unn’u truvavu. E allura vutavu a Musumeci”. La traduzione è abbastanza semplice).

Ti voglio ricordare che alle ultime comunali, qui a Palermo, il tuo candidato alla poltrona di sindaco (pardon, al banchetto in legno, Nuti capirà, forse) Riccardo Nuti aveva fatto scrivere accanto al nome “detto Grillo”. Io conosco Riccardo Nuti da prima che venisse scelto (?) come candidato e il suo soprannome era “Kirghiso” e non “Grillo”. Un abile giochetto che ha fatto arrivare a Nuti più voti di tutti quanti, che poi, però, non sono serviti perché la lista non aveva superato lo sbarramento.

Almeno, in queste elezioni regionali, il tuo candidato presidente ha avuto la decenza (non si sa se imposta o meno, a questo punto) di non utilizzare questo patetico mezzo per accaparrarsi più voti. E devo dire che è andata piuttosto bene.

Veniamo al punto: Rosario Crocetta è diventato Presidente della Regione Siciliana. Apro una piccola parentesi: si chiama Regione Siciliana e non Regione Sicilia. Chiusa parentesi. Lasciamo stare che, in questa campagna elettorale, su Crocetta è stato detto di tutto dai tuoi, quando invece tu lo hai elogiato in occasione di un tuo spettacolo a Gela. E lasciamo anche stare la pessima figura che Giancarlo Cancelleri, il tuo candidato alla Presidenza, ha fatto quando ha rifiutato la Presidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana adducendo come scusa il fatto che il ruolo di Presidente dell’ARS è (testuali parole) “un ruolo ingessato, istituzionale e con pochi margini di manovra”. Ma vorrei ricordare che, a parte Cancelleri, del tuo partito ne sono stati eletti altri quattordici. Loro non avrebbero avuto campo libero sulle manovre, visto che “uno vale uno”? Non è che per caso, il rifiuto nasce dal fatto che l’importante è tenere un profilo basso, evitando di fare minchiate a livello istituzionale per poi arrivare in pompa magna (con annesso populismo) alle politiche del 2013?

Chiedo scusa per le domande, tanto so che non risponderai mai. Ma almeno a questa, vorrei che lo facessi: visto che in campagna elettorale il tuo partito ha sbandierato, tra i punti del programma, l’applicazione dello Statuto della Regione Siciliana (che non è mai stato applicato, se non per l’adeguamento degli stipendi dei deputati regionali a quello dei parlamentari nazionali) e visto che Rosario Crocetta ha esordito da Presidente con “Ribadisco fortemente il concetto che l’autonomia va difesa nel rispetto dei principi democratici della Costituzione. Fedeltà alla Costituzione italiana e fedeltà allo Statuto della Regione siciliana, questo è alla base dell’impegno che io assumo oggi”, che cosa ha intenzione di fare il tuo partito? Vuole abbandonare tutto perché, oltraggiosamente per voi facce pulite, un politico vuole fare quello che volete fare voi, oppure si può coesistere e collaborare per raggiungere uno scopo comune, ossia il bene della Sicilia?

Tony Troja

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Fonte: Tony Troja

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Cari grillini, quante soddisfazioni che mi date!

Martedì 01 Gennaio 2013 22:06

Nell’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle, mi sono preso molte soddisfazioni. Soprattutto verso quelli che Paolo Barnard considera “il più desolante esperimento di azzeramento cerebrale della storia moderna”: i grillini. E come al solito, mi tocca fare sempre la stessa puntualizzazione: io ce l’ho con i grillini e non con chi, all’interno (o all’esterno) del Movimento 5 Stelle, fa l’attivista che può anche essere libero di criticare qualcosa che non lo convince all’interno dell’eco-sistema Grillo/Casaleggio. Questa è una puntualizzazione che, purtroppo, devo fare ogni volta che parlo di questo argomento. E ripeto ancora una volta: ho molti amici all’interno del Movimento 5 Stelle con i quali ho un ottimo rapporto, anche se le nostre visioni politiche sono molto differenti e anche se entrambi vogliamo il bene di questo Paese.

Io vorrei, però, che il Movimento 5 Stelle fosse diverso da questo. Se Grillo fosse venuto da me e mi avesse detto: “Sai, Tony, sto per fondare un partito ma lo chiamo Movimento, decido tutto io insieme con Gianroberto ma dirò che io sono solo un megafono e che uno vale uno”, gli avrei chiesto di fare parte del progetto. A me piacciono le cose molto trasparenti e anche molto poco democratiche quando si tratta di partiti e/o movimenti; li preferisco sempre verticistici e un po’, passatemi il termine, dittatoriali. Alla Di Pietro, tanto per capirci. Invece Grillo ha preferito scegliere di indottrinare mandrie di fascisti privi di ogni intelletto ma che fanno del Movimento e di Grillo quello che fanno i milanisti elettori di Berlusconi con quest’ultimo.

Apro una piccola parentesi su Antonio Di Pietro: a parte un paio di eventi organizzati da Italia dei Valori che hanno visto la mia presenza artistica e professionale (pagandomi ovviamente), non ho mai preso la tessera del partito. Lo dico perché una delle tante leggende metropolitane (chiamiamole così) grilline vuole che io sia tesserato e, ovviamente, stipendiato da Italia dei Valori. Forse è per via di questo video girato nel 2011. Ma si capisce benissimo che si tratta di un clamoroso fake: davvero si può arrivare a pensare che Di Pietro metta ME in un listino bloccato, subito dopo Luigi De Magistris e Sonia Alfano? Ma non li biasimo: i grillini capiscono quello che possono.

Altre leggende metropolitane tirate fuori dai “tracciati piatti a cinque stelle”, mi vedono protagonista assoluto: la più famosa di tutte è la mia mancata partecipazione sul palco del Woodstock 5 Stelle (l’evento organizzato a Cesena da Grillo nel settembre 2010). Prima che venisse pubblicata on line “Beppe Grillo come fa?” (quasi un anno dopo), per i grillini ero una sorta di eroe. Ero quello che gliele cantava a Berlusconi, ero quello che non sopportava il PD ed ero molto gettonato tra grillini, attivisti ed eletti. Poi, alla pubblicazione, appunto, della parodia dello Zecchino d’Oro, sono diventato, da “bravo cantante che fa delle splendide parodie satiriche”, ad “uno che fa canzonette più o meno divertenti che ce l’ha con Grillo perché non l’ha fatto esibire al Woodstock”. È interessante come la frase (erroneamente attribuita ad Hitler) “Le masse sono abbagliate più facilmente da una grande bugia che da una piccola” calzi a pennello sui grillini. Infatti il consigliere di circoscrizione a cinque stelle di Reggio Emilia Alessandro Marmiroli fu il primo che mise in giro (su Facebook) la balla che un paio di persone di sua conoscenza mi avevano visto mentre andavo dietro il palco del Woodstock a chiedere di potermi esibire. A parte che l’accesso al palco non è mai facile per chiunque in un qualunque concerto, ma quando ho chiesto di farmi i nomi o di farmi parlare con queste due persone, il Marmiroli si è volatilizzato.

Ancora oggi, però, la balla tirata fuori dal consigliere grillino è l’asso nella manica quando non si sa cosa dire di me su Facebook o su i blog di poveracci a cinque stelle che nessuno si fila. E poi, visto che i grillini vogliono il wi-fi, intanto si esercitano con il gioco del telefono senza fili. Avete presente quel gioco in cui si bisbiglia una parola all’orecchio di chi ti sta accanto e via via fino ad arrivare all’ultima persona che, come sempre, capisce tutt’altro? Ecco, gli imbecilli a cinque stelle hanno fatto lo stesso, ingigantendo la balla di Marmiroli arrivando anche a dire che io ce l’ho con Grillo perché “non mi ha pagato una canzoncina improvvisata su un palco a cinque stelle”, in riferimento ai fatti di Cesena.

Ma è il 2012 che mi ha dato più soddisfazioni. In occasione delle elezioni comunali, i grillini hanno presentato Riccardo Nuti come candidato sindaco qui a Palermo. Io non ho votato perché non sono residente nel capoluogo. Ma quando ho accompagnato la fidanzata a votare, mi sono accorto che nelle liste elettorali, accanto al nome di Nuti c’era scritto “detto Grillo”. Avevo già accennato in un post la storia del “detto Grillo” ma non avevo detto tutto. Riccardo Nuti non è mai stato soprannominato “Grillo”. Infatti il suo soprannome (utilizzato anche su Facebook) è sempre stato “Il Kirghiso” e mai “Grillo”. Una bella furbata, magari suggerita dallo stesso Grillo, anche perché non reputo così intelligente Nuti da pensarci da solo (provate a capire chi, tra questi tre grillini in questo post è Nuti), che ha permesso al candidato sindaco di prendere più voti di tutti, anche se poi sono stati vani per via del non aver superato lo sbarramento del 5%. E quindi, al ballottaggio, i grillini hanno dovuto scegliere tra Ferrandelli e Orlando. E hanno votato Orlando. Come lo so? Be’, considerando che quasi tutti i grillini palermitani fanno parte delle Agende Rosse del mio amico Salvatore Borsellino, e che lo stesso Salvatore ha affermato che se avesse potuto avrebbe votato Orlando, secondo voi chi hanno votato i grillini palermitani? E stiamo parlando di ragazzi che di Orlando non ne sanno niente, altrimenti non avrebbero votato uno che è il simbolo del parassitismo della casta politica palermitana. E ora se ne sono accorti anche loro che Orlando è un grande bluff. Chissà come avranno fatto…

Alle regionali, invece, è successo qualcos’altro. In un primo momento Massimo Merighi ha lanciato la provocazione di volersi candidare alle regionali con il Movimento 5 Stelle. Dopo un attimo di panico, i grillini hanno tirato fuori il regolamento e gliel’hanno vietato perché candidato alle scorse comunali. Passi, anche se non dentro ad un partito ma dentro ad una lista civica, esattamente come il 5 Stelle. A quel punto, la provocazione di candidarsi l’ho lanciata io. E questa volta i grillini sono andati davvero nel panico, perché avevo tutti i requisiti, “al contrario” di Massimo. Spulciando ancora il regolamento mi è stato chiesto se avessi almeno tre mesi di attivismo nel mio movimento locale. Certo che ce li ho! Faccio informazione attraverso la satira, interviste e video da tre anni. Il panico a questo punto è diventato di proporzioni bibliche. Ma ad un certo punto…. LA LUCE PER I GRILLINI: “Ma noi intendevamo tre mesi di attivismo nel proprio movimento 5 STELLE locale!”. Sì, certo certo… Quindi se Gino Strada avesse voluto presentare la propria candidatura nel Movimento 5 Stelle, non avrebbe potuto perché non ha tre mesi di attivismo… proprio nel 5 Stelle”?!? Certo, se poi consideriamo che l’attivismo siciliano è stato fare più che altro eco-aperitivi e biciclettate, un qualunque attivista di un qualunque movimento civico li avrebbe mandati dove dice spesso Grillo. Quindi siamo riusciti a dimostrare che il Movimento non è aperto a tutti ma è un club privé, aggiungerei anche abusivo visto che il direttivo riunito a Caltanissetta per scegliere i candidati va in netto contrasto con l’art.4 del Non Statuto.

Lasciando stare, comunque, l’impietosa battuta del comico genovese che aveva fatto una fatica immane per trovare 80 persone oneste (solo nella mia famiglia siamo più di ottanta e siamo tutte persone oneste), alle regionali, il Movimento 5 Stelle è diventato il primo partito in Sicilia (anche se io sono risultato il candidato che su youtube è stato più cliccato, facendo inalberare Grillo). E i quindici eletti nel partito di Grillo hanno subito fatto i fenomeni facendosi fotografare davanti ad un mega assegno di quasi un milione e mezzo (per i rimborsi elettorali rifiutati in Sicilia). In realtà la cifra è molto più bassa, quasi la metà dell’importo. Ma la cosa bella è che questi soldi non gli spettano nemmeno! In base alla Legge 96 del 2012 il Movimento 5 Stelle dovrebbe avere uno statuto registrato sotto forma di atto pubblico. Ce l’ha? O forse vogliono far passare il concetto che il NON STATUTO è uno statuto? Ma Grillo non ci sta e parte con il piagnisteo “Movimento 5 Stelle fuori dal Parlamento?”. Ma presenta uno statuto come un partito normale e non rompere le palle! E ancor più bello è aver dimostrato (pubblicando la busta paga di un deputato regionale) che i 15 (si fa per dire) onorevoli hanno preso il primo stipendio pieno e non decurtato dei tre quarti come promesso in campagna elettorale, giustificando la lenta burocrazia siciliana.

E adesso si sono inventati il “Restitution Day”, cioè la restituzione di questi famosi tre quarti di stipendio che andranno, alla Regione Siciliana in un fondo per la creazione di un microcredito per le microimprese (gestito dall'assessorato alle attività produttive). Più che "Restitution Day" questo è un "Donation Day". Ma io vorrei che i grilliini proponessero una legge regionale che consenta a qualunque deputato voglia farlo di percepire meno soldi di quanti oggi gli spettano per legge, con una ritenuta ALLA FONTE, e non una donazione che sa di elemosina ammantata di propaganda elettorale. 

Il nuovo che avanza? E se avanza buttatelo. Ma differenziatelo bene. Va nell’umido.

Movimento 5_Stelle_Beppe_Grillo_Grillini 

Fonte: Tony Troja

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Restitution Day: ennesima puttanata populista a cinque stelle.

Sabato 05 Gennaio 2013 11:18

RESTITUTION DAY: i grillini non restituiranno niente, doneranno solo una parte del proprio stipendio netto ad un fondo regionale. E dovranno farlo tutti i mesi (spero senza una mensile cerimonia).

Tecnicamente è una donazione, perché i soldi sono dei grillini. Si restituisce quello che non ci appartiene, non quello che è nostro. Quello che è nostro, tutt'al più lo possiamo regalare.
[L'unica cosa che fanno gli eletti grillini è donare una parte dei soldi che mettono da parte ogni mese su un conto corrente personale a loro nome.
Si tratta solo di briciole, ed è già avvenuto che le donazioni fossero fatte ad amici di loro conoscenza (come in Piemonte).
La famosa riduzione di stipendio è solo pura propaganda, una vera e propria mistificazione rispetto alla realtà dei fatti.]

E i contributi? Come faranno a restituire quelli? Perché quelli sono pagati dalla regione sulla cifra intera, non sui 2500 euro (più le spese) che si terranno i grillini.

E quindi alla fine prenderanno più dei 5000 euro lordi promessi da Grillo in campagna elettorale.

A fare bella figura ci vuole poco, e senza chiacchiere: proporre una legge regionale, per cui qualunque deputato regionale voglia, può ridursi gli emolumenti.

Sono il primo partito in Sicilia, non dovrebbe essere difficile.

[Oh invece sarà molto difficile.Chissà perchè abbiamo tutti quest'impressione. 

Chissà che s'inventeranno questa volta per non cambiare nulla e continuare a mettere il denaro in più rispetto ai 2500 euro netti (tolte le tasse, ovvio) nel loro personale salvadanaio (conto corrente bancario) a loro esclusivo singolo nome (come già avviene in Piemonte e Emilia-Romagna). 

Ah si, daranno la colpa agli altri come al solito..]

Restitution-Day

Fonte: Tony Troja