lunedì 31 dicembre 2012

Monti il grillino - 2

Monti c'aveva già deliziato col solito mantra grillino, da fine della Prima Repubblica, e un pò berlusconiano, del "rinnovamento della politica".

Ecco che adesso parte il mantra "nè destra nè sinistra", tanto caro a vecchi e nuovi fascisti.
E evidentemente anche a grassi banchieri e grossi industriali (come Montezemolo, Marchionne, Lapo Elkann).

Ah ovviamente, lui è un vero progressista, mica come quei vecchi tromboni del PD o più in generale della sinistra! 
Lui vuole distruggere tutti i vostri diritti sul lavoro, vuole fare in modo che possiate essere licenziati in qualsiasi momento e senza preavviso, vuole fare in modo che non riceviate mai una pensione nel malaugurato (ma non inusuale) caso che abbiate sempre avuto solo lavori precari (e se avete lavorato: buona minima! se ci sarà), vuole che paghiate gli studi all'università pubblica (ma anche al liceo perchè no?) quanto se non più che a una privata, vuole che paghiate ogni volta che finite all'ospedale o anche solo al Pronto Soccorso, vuole che non siate mai in grado di avere una casa vostra, e - incredibile a dirsi! - ci sono ancora dei conservatori a sinistra che vorrebbero impedire tutto questo meraviglioso avanzare verso il "progresso"!

Ah, non vi era chiaro? Monti è contro la sinistra, sarà che è di destra?
Ah no, giusto! Lui è nè destra nè sinistra, proprio come un novello Mussolini in possesso di un "nuova" terza via (che in realtà è sempre una delle due uniche possibili, ed è la via dei potenti che sfruttano tutti gli altri).

Scordatevi quindi che Grillo sia alternativo a Monti (come vorrebbe far credere La Repubblica cercando così di far crescere il consenso per il dimissionario presidente del Consiglio. - "Ti piace vincere facile?" Verrebbe da dirlo..- ).
Tutti e due perseguono lo stesso disegno: distruggere i partiti e la politica (lo chiamano "rinnovare"), a favore di chi non te lo dicono (ovviamente) e, guarda caso, quando il messaggio si deve fare più semplice finiscono per parlare uguale.

Se la differenza è solo nell'uso delle parolacce, e se le politiche di Monti si sono dimostrate negative per la stragrande maggioranza degli italiani (ve lo dice anche il Sole 24 Ore), cosa ci avranno mai da guadagnare i lavoratori e gli studenti di tutta Italia da tutti questi bei discorsi da parolai che i due leader non ci fanno mai mancare?

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Monti presenta con un tweet la sua lista.
"Non saremo né moderati né di centro"

Il presidente del Consiglio in un articolo pubblicato sul suo sito chiarisce la natura della formazione politica che si presenterà alle elezioni sotto la sua guida. E sottolinea la volontà di mantenere la giusta distanza sia dalla destra che dalla sinistra. Le critiche di Grillo: "Napolitano vuole Monti al governo e Monti sarà"

ROMA - "Un movimento civico, popolare, responsabile è la nostra proposta per cambiare l'italia e riformare l'europa". Mario Monti annuncia su Twitter il programma di governo della sua coalizione e lo presenta in un nuovo articolo pubblicato oggi sul sito internet inaugurato per il lancio dell'agenda Monti lo scorso 23 dicembre (www.agenda-monti.it).

Nell'articolo viene chiarita meglio la natura della formazione politica che si presenterà alle prossime elezioni sotto la sua guida. Monti specifica che si tratterà di un movimento aperto alla società civile, non di un partito, e sottolinea la volontà di mantenersi equidistante sia dalla destra che dalla sinistra "tradizionali". Un soggetto nuovo, di segno marcatamente europeista, che non vuole però rappresentare un "nuovo centro". La definizione di "moderati", infatti, si può applicare ai toni ma non ai programmi, improntati a un incisivo riformismo.

"Le elezioni parlamentari del 2013 - si legge nell'articolo - decideranno se l'Italia continuerà ad essere una grande nazione al centro della politica europea e internazionale, o se invece il nostro paese scivolerà verso uno scenario di marginalità e isolamento sulla spinta dei populismi di destra e di sinistra. Per questo abbiamo deciso di offrire alle italiane e agli italiani la possibilità di dare il proprio voto ad una formazione politica diversa da quelle che hanno animato il ventennio della seconda repubblica, i cui risultati sono oggi di fronte agli occhi di tutti. Un movimento che nasca dall'unione tra l'associazionismo civico, che testimonia della vitalità della società civile, e la politica più responsabile".

Monti specifica che "non intende collocarsi al centro tra una destra e una sinistra ormai superate, bensì costituirsi come elemento di spinta per la trasformazione dell'Italia,
in contrapposizione alle forze conservatrici, prone ad interessi particolari, a protezioni corporative o addirittura dichiaratamente anti-europeiste".

E aggiunge che la definizione di "moderati" può adattarsi ai toni ma non ai programmi. "Questa nuova forza politica sarà certamente moderata nei toni; ma non nel programma perseguito, che si caratterizza invece per l’incisività delle riforme che intende realizzare". La pacatezza dei toni implica, inoltre, "il rifiuto di qualsiasi faziosità".

Sottolinea, poi, il carattere laico e pluralista del movimento, quasi a voler prendere le distanze dal recente endorsement del Vaticano: "La nuova formazione politica - si legge ancora nell'articolo - unisce intorno a un programma impegnativo per la crescita del Paese persone di buona volontà, credenti e non credenti, impegnate ciascuna con la propria cultura e competenza specifica a far maturare un più alto livello di etica pubblica condivisa. Laddove, su singole questioni di rilievo etico, si determinassero diversità di valutazione, ci si impegnerà a cercare insieme la soluzione più coerente con i valori della Costituzione, nella comune promozione della dignità della persona, ferma restando la libertà di coscienza".

Quanto ai rapporti con le altre forze politiche, l'obiettivo del Professore è di cercare "la convergenza con le forze politiche che adottino una linea d’azione compatibile con la nostra strategia europea, anche allo scopo di fare argine al populismo antieuropeo che sta crescendo in Italia in modo preoccupante".

I candidati, infine, dovranno essere figure competenti e responsabili ma radicati nel territorio ed espressione della società civile. Banditi i conflitti di interesse, "che rappresentano la minaccia più grande per ogni società liberale".

Duro il commento di Beppe Grillo, che nel discorso di fine anno pubblicato sul suo blog lancia pesanti accuse a Napolitano e Monti: "Le uniche certezze che abbiamo sul 2013 - scrive il leader del Movimento Cinque Stelle - è che l’economia sarà peggiore del 2012 e che i responsabili del fallimento politico ed economico dell’Italia non se ne vorranno andare. Le elezioni anticipate sono state decise a tavolino per escludere il M5S"

"Quando è avvenuto il colpettino di Stato con Rigor Montis che si è sfiduciato da solo senza sentire neppure l’obbligo di farlo di fronte alle Camere - continua Grillo - il tempo a nostra disposizione era così limitato che solo alle 4 di notte siamo riusciti ad inviare i moduli ai delegati, era sabato mattina di metà dicembre, e nel pomeriggio abbiamo iniziato a raccogliere le firme. Dopo, solo dopo, le firme necessarie sono state abbassate dal governo a un quarto per favorire la lista Monti e la data delle elezioni è stata spostata di una settimana. L'anticipo elezioni consente a Napolitano di scegliere il prossimo presidente del Consiglio, lui vuole Monti e Monti sarà. E’ un altro colpetto di Stato".
 
(31 dicembre 2012)

Fonte: Repubblica

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COMINCIA LA CAMPAGNA sui social network

Monti, online il «manifesto» in sette punti : «Movimento civico , non un partito di centro»

Il professore lancia da Twitter il programma della nuova formazione politica: «Rifiutiamo qualsiasi faziosità»

«Un nuovo impegno della società civile». «La politica tornerà a essere forte solo se sarà rinnovata in profondità». «La nostra democrazia ha bisogno di una politica forte e autorevole, alla quale i cittadini riconoscano dignità e da cui possano attendersi competenza e responsabilità». Lo scrive Mario Monti sul sito della sua Agenda presentando una sorta di «manifesto» della nuova forza politica. «Se gli italiani ci affideranno il compito di governare il Paese», scrive, «ci impegneremo a svolgere questo servizio secondo un modello di comportamento politico-amministrativo rigoroso: perseguiremo - certo - con la massima coerenza il programma proposto, ma nella consapevolezza di agire esclusivamente come gestori della cosa pubblica e non come promotori degli interessi di una parte politica rispetto a quelli di altre parti». 

La pagina Twitter di Monti La pagina Twitter di Monti
 
TWEET - In cosa consisterà la nuova formazione politica e con quale stile si muoverà Mario Monti lo ha twittato dal suo profilo personale (@senatoremonti). E lo ha ritwittato. «Un movimento civico, popolare, responsabile è la nostra proposta per cambiare l'Italia e riformare l'Europa». Così Mario Monti si presenta agli Italiani. Social media, posizionamento né “di centro”, né “moderati” e un documento in otto punti in cui il Professore spiega agli italiani come intenda superare i «vecchi schemi della politica del Novecento» dando vita a una lista che metta in primo piano «le profonde trasformazioni di cui ha bisogno l’Italia»: dai motivi della scelta europea all'impegno per la società civile, passando su come intende i rapporti con le altre forze politiche, il carattere laico e pluralista della nuova formazione «unita dai valori della libertà e dignità della persona». 

SCELTE - «Il vecchio schema politico che contrappone una destra conservatrice o liberista, impegnata a perseguire l`efficienza economica, a una sinistra progressista o statalista, che si illude di conservare l`equità rifiutando il merito e la mobilità sociale, non corrisponde più a ciò che effettivamente accade nella politica italiana», scrive Mario Monti sul documento pubblicato sul sito dell'agenda Monti . Lo statalismo alligna sia a destra che a sinistra, dice il presidente additando gli interessi corporativi tanto a destra quanto a sinistra. «Così stando le cose, il suddividersi delle forze politiche secondo il vecchio schema destra-sinistra genera disorientamento dell`opinione pubblica ed è una delle cause dell`inconcludenza che caratterizza gravemente la politica italiana - insiste Monti -. La scelta più rilevante, incisiva e impegnativa che il Paese oggi può, e a nostro avviso deve, compiere è quella pro o contro la profonda trasformazione dell`Italia necessaria per la sua piena integrazione in Europa. Dunque è necessario che su questa scelta, molto incisiva e impegnativa, si concentri correttamente la campagna elettorale che si apre in questi giorni».

LO STILE - Un nuovo stile nel confronto politico e nella gestione della cosa pubblica. «Il nostro impegno a uno stile politico moderato nei toni implica anche il rifiuto di qualsiasi faziosità - spiega ancora Monti -. Aggiungiamo che, se gli italiani ci affideranno il compito di governare il Paese, ci impegneremo a svolgere questo servizio secondo un modello di comportamento politico-amministrativo rigoroso: perseguiremo - certo - con la massima coerenza il programma proposto, ma nella consapevolezza di agire esclusivamente come gestori della cosa pubblica e non come promotori degli interessi di una parte politica rispetto a quelli di altre parti». 

SOCITA' CIVILE - L'impegno nella società civile è uno dei punti su cui insite il Professore. «La nostra democrazia ha bisogno di una politica forte e autorevole, alla quale i cittadini riconoscano dignità e da cui possano attendersi competenza e responsabilità. Ma la politica tornerà a essere forte solo se sarà rinnovata in profondità - insiste il premier nel documento programmatico del suo nuovo movimento -: scegliendo la trasparenza, assumendosi le proprie responsabilità per ogni insuccesso e aprendosi al più libero contributo della società civile. La società civile deve però rinunciare alla tentazione di restare in tribuna - accontentandosi della critica, della lamentela o della rabbia - per partecipare attivamente. Crediamo che la politica debba tornare ad essere riconoscibile, candidando figure che vivono e lavorano nei territori che aspirano a rappresentare, così come riteniamo fondamentale regolare meticolosamente i conflitti di interesse, che rappresentano la minaccia più grande per ogni società liberale, e potenziare gli strumenti di controllo democratico e i vincoli di verifica sulla qualità e la coerenza del mandato parlamentare che siano anche funzionali al rinnovamento costante del personale politico».


Fonte: Corriere

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La battuta durante il vertice nel convento delle suore

Monti:«Io mi sento progressista»

Il premier e la volontà di «rompere gli schemi»

Il premier Mario Monti
ROMA - «Se penso a quello che c'è ancora da fare e come andrebbe fatto sono io che mi sento progressista». Tre giorni fa Mario Monti ha fatto questo ragionamento. Nelle sale del convento che ha ospitato la riunione con gli esponenti politici che sposano il suo progetto una battuta del Professore ha stupito tutti tanto da essere ricordata.

«Io mi sento progressista»: dunque non sono né voglio essere riconosciuto come moderato, o centrista, o il catalizzatore di un progetto di ricostruzione della Dc. Una battuta che però interseca e rilancia le ragioni per cui ha scelto, in sostanza, di candidarsi alla guida del Paese. Monti parte da un assunto: sono talmente tante le cose che restano da fare per traghettare l'Italia verso standard di modernità, è talmente ampia la fetta di spesa pubblica che si può ancora tagliare (centinaia di miliardi di euro), il numero di riforme da implementare e introdurre ancora, che occorre proseguire con un metodo di governo nuovo; di cui sente artefice in qualche modo unico.

Il presidente del Consiglio era a Venezia, in visita privata. Ha fatto delle foto con alcuni turisti, passeggiato con la famiglia, tenuto per mano i nipotini, ostentato un minimo di difficoltà nel contatto umano: la gente si avvicina, gli chiede uno scatto, lui lo concede, ma dopo aver avanzato, con un sorriso, questa richiesta: «Solo se mi assicura che ha la fedina penale pulita». Fra una foto e l'altra non ha trovato il tempo di rispondere a Bersani, né in modo ufficiale né ufficioso, attraverso il suo ufficio stampa. Eppure, sempre nelle stanze del convento del Gianicolo, scavando con gli ospiti presenti, si rintraccia almeno un altro giudizio, che può valere come un replica: se in Italia si possono ancora tagliare centinaia di miliardi di euro di spesa pubblica, [e quale signor Monti? Vogliamo, ad esempio, continuare a chiudere gli ospedali?] solo per fare un esempio, se «un'operazione radicale di cambiamento dello Stato» è indifferibile, allora «io mi sento alternativo alla sinistra». In sintesi, prosecuzione del ragionamento: non solo «io mi sento progressista», ma soprattutto «loro mi appaiono come conservatori».

Le battute possono raccontare più di quel che sembra e in questo caso davanti ai suoi interlocutori Monti ha in qualche modo fissato un perimetro di azione politica: lo ha detto del resto anche nella recente conferenza stampa sulle liste, due giorni fa, in Senato. «Io voglio rompere gli schemi, voglio riforme che siano contro una forma arcaica di sindacalismo, contro forme di lobby e corporazioni» che in qualche modo ingessano il Paese.

È un modo di pensare che in fondo proviene dall'esperienza europea: il dossier sul Mercato Unico che l'ex commissario europeo ha consegnato qualche anno fa al presidente della Commissione europea Barroso, per esempio, è rimasto in sede comunitaria come traccia di riforme possibili, innovative, in qualche rivoluzionarie; difficili o lente da realizzare, certamente molto profonde nel numero di interessi, anche corporativi, che toccherebbero.

In Italia l'ambizione è quella di replicare quel modello, o quantomeno di concorrere a tenerlo in vita: nello staff di Monti nessuno fa mistero dei dubbi del Professore sulla capacità innovatrice del Pd di Bersani; «non ci sembra che siano stati sottoscritti, nel loro programma, grandi impegni di rigore», si ascolta per esempio in queste ore. Ma non sono riflessioni che introducono una dialettica di scontro: Monti si sentirà alternativo, diverso, ma è consapevole che con Bersani dovrà realizzarsi una forma di dialogo costruttivo; o almeno è questo che spera, dichiarandosi d'accordo con le parole pronunciate qualche giorno fa da Enrico Letta, che nel rapporto fra il suo partito e il progetto del Professore vede una relazione di sana concorrenza. Il 12 gennaio, per esempio, Bersani e Monti potrebbero trovarsi fianco a fianco ad Orvieto, ad un convegno organizzato dai liberal del Pd, come Enrico Morando.

Di certo quello di ieri, da parte di Bersani, è stato un attacco: quell'invito a distinguere i ruoli istituzionale e politico, a chiarire il perimetro europeo della lista Monti. Eppure il capo del governo dimissionario ha scelto di non replicare: a tempo debito darà delle risposte, ma non vuole alimentare l'immagine di un conflitto, tantomeno mediatico, né con il segretario del Pd né con il Cavaliere.

«Ridicola», per usare un solo aggettivo, è invece la risposta che si rintraccia alle accuse di Berlusconi: l'idea di essere artefice o pedina protagonista di un complotto internazionale a danno dell'ex premier incontra commenti liquidatori e poco altro. Del resto ci sono mille altre cose da fare: molti degli uomini dello staff del presidente hanno in questi giorni accettato una migrazione negli uffici di Italia Futura, nel quartiere Prati. È in corso una sorta di integrazione fra team ed esperienze diverse, che in queste ore sta cercando di modulare in modo definitivo l'agenda della campagna elettorale del presidente del Consiglio.

Oggi potrebbero essere definiti i loghi e i simboli delle liste che si richiameranno a Monti, che ieri era certamente in contatto con gli uffici di via Properzio. Una decisione sembra profilarsi, dando credito a una voce: alla Camera, nella lista del Professore, non vi sarà alcun politico. Si punterà tutto sulla società civile, mentre per la lista del Senato una regola di riferimento potrebbe essere il limite dei tre mandati parlamentari.