lunedì 3 settembre 2012

Le mie dieci domande a Grillo (quelle che nessun giornalista gli ha mai fatto)

27 giugno 2012
Un tempo Grillo cominciava i suoi spettacoli spaccando un computer.
Beh si, nel paese della e dalla memoria corta certe cose si dimenticano.
Poi fu la volta del “non fidatevi, cercate sempre la verità”.
E accadde che quando non fidandosi e cercando la verità qualcuno dimostrò le tante “balle” dette da Grillo sul suo blog – non pezzi d’opinione o brani ironici e satirici, ma dalla negazione dell’AIDS alla pubblicazione di false lettere che gli sarebbero state scritte dal Papa in persona e dal presidente cinese, in quanto uno dei grandi del mondo! (ovviamente clamorosi falsi creati per accreditarsi ai primi tempi del suo blog) – ecco che l’autodifesa fu “la macchina del fango”.
E di fronte alle tante domande poste dai giornali, uno trasparente, che vuole innovare, che vuole cambiare modo di fare politica, che fa? Nulla, come tutti i vetero politici si adegua e

a. non risponde ai giornalisti, accettando solo interviste scritte e concordate (che sanno più di comunicato stampa sotto forma di dialogo)
b. afferma che “i giornalisti sono tutti venduti, e le lobby, e l’informazione dei grandi gruppi…”
c. da perfetto politico d’altri tempi querela i giornalisti che lo criticano
Il Grillo difensore della libera rete, propugnatore di un futuro in cui la rete governerà il mondo senza questa “vecchia e corrotta politica”, in cui le scelte dipenderanno dal numero dei “mi piace” su facebook e le persone saranno elette in base ai follower che hanno su twitter, colui che deve la sua fortuna mediatica (dopo essere stato cacciato dalla tv, ma lui dice, come la volpe e l’uva, che è lui che se ne è andato perché “la tv è il male” tanto da vietarla pena l’esilio anche a pubblici dibattiti per i suoi candidati!) oggi va oltre anche i peggiori auspici di Berlusconi e degli ultra conservatori americani.
Vi ricordate quando l’ex presidente del consiglio propose di estendere la responsabilità propria e tipica delle testate stampa ai siti web e ai blog “privati”? Si gridò allo scandalo liberticida da parte del “signore del popolo delle libertà”.
Vi ricordate le proposte pipa e sopa che non sono passate al congresso americano, misure prese apparentemente per ragioni di sicurezza nazionale, in realtà per chiudere preventivamente siti scomodi? Bene, nemmeno quelle sono passate!
Oggi l’invenzione giuridica di Grillo, anche in barba agli articoli 2 e 21 della costituzione, sarebbe l’applicazione dell’obbligo di rettifica sul web.
Ora, premesso tutto ciò che è sacrosanto per le testate e per gli operatori professionali, che dovrebbero adeguarsi (semmai in maniera anche più stringente) ai codici deontologici ed agli obblighi professionali e di legge, laddove ciascuno ha il diritto di smentita e, ove disposto nei modi e nelle forme legalmente prescritte, esiste il diritto/dovere/obbligo di rettifica, vediamo qual è il delicato punto del comico-giurecolsulto Grillo da Genova.
Il blog non fanno “comunicazione giornalistica professionale” ma semplicemente costituiscono strumento non professionale per la manifestazione del pensiero e delle opinioni, diritto imprescindibile stabilito dalla costituzione negli articoli 2 e 21 (innanzitutto), ma principio angolare dell’intero impianto democratico – laddove senza tale diritto, tutto il resto non ha senso concreto, dal voto, al parlamento, alle autonomie locali, alla magistratura…
E meraviglia che ciò sfugga ad un comico che ha usato e talvolta abusato di questo diritto; mi domando cosa sarebbe successo se qualcuno, leso per le parole di Grillo, avesse chiesto a lui di cominciare i suoi spettacoli con una sfilza di “rettifiche” su tutto quanto detto nello spettacolo precedente… per non parlare del suo stesso blog!
Ma Grillo – che grazie al suo blog ha raddoppiato il suo reddito, passando da 2 a 4 milioni di euro, e che grazie al suo movimento ha triplicato la vendita di spettacoli, libri e gadget – queste cose le sa bene, e quindi si “limita” a minacciare, forte dei numeri dei sondaggi sul suo movimento: attaccare lui significa attaccare una forza con percentuali a due cifre che presto entrerà in parlamento, e di cui è padre-padrone.
Pieno stile pre-prima repubblica. Si perché il motto “colpirne uno per educarne cento” (con cui ha lanciato la sua campagna di minacce di querele) ha origini certificate!
Il Grillo che propone di abolire l’oltraggio al Presidente della repubblica, vorrebbe mica introdurre quello di lesa maestà di se stesso?
Ricordando a Grillo che, comunque, esiste sempre la possibilità (blog o meno) di sporgere querela per diffamazione, qualora egli si sentisse leso nella sua immagine e persona da fatti chiaramente e palesemente falsi, prima del suo diritto ad avere una rettifica, dovrebbe dimostrare che i detti fatti siano, appunto, falsi.
E allora sorge un dubbio, ma vuoi vedere che Grillo minaccia di querele per “spaventare” chi osa criticarlo, ma ai fatti non querela nessuno (o pochissimi) perché dovrebbe “dimostrare l’infondatezza di fatti in realtà veri”?
Ma vuoi vedere che il Grillo parlante (e scrivente) nazionale, non querela perché poi dovrebbe, lui, rispondere alle domande e rispondere di fatti documentati?
Ora, dato che il dubbio è alla base della evoluzione umana, è quel principio per cui “si domanda”, si ricerca, ed è quella pietra angolare del vivere politico -nel senso alto del termine- che prevede che chi si candida, in qualsiasi modo e forma, ovvero anche come leader di un movimento politico, a gestire la cosa pubblica, non deve solo essere trasparente ma deve anche “apparire tale”, e da qui il diritto dovere per ogni cittadino di chiedere ed avere risposte…
…io faccio le mie domande “non addomesticate” a Grillo, e lui è libero di querelarmi, e sono certo che come non lo ha fatto per le 30 cartelle del mio precedente articolo, continuerà a non farlo per le oltre 120 che sto ultimando
Ma sarebbe un segno di rinnovamento – quella “novità assoluta” che sbandiera da palchi senza contraddittorio e confronto democratico, quel confronto che evita e rifugge come un appestato – che si degnasse di rispondere, lui leader di un movimento politico, padrone del simbolo, certificatore di liste, Solone di ogni candidato, giudice unico delle loro vite e curricula, fustigatore acriticabile di tutto e tutti.
1. accertato che dietro di lei, ed al suo fianco, c’è il gruppo di Casaleggio e che gran parte della sua popolarità è dovuta alla loro attività di gestione e promozione della rete, e dato che la Casaleggio associati gestisce anche la comunicazione di numerose aziende private, ci indica quali sono, così da poter sapere ogni volta se la posizione espressa sia o meno in conflitto di interessi, o dettata da “altri” interessi di altri clienti?
2. perché, nel libero web, in cui esistono piattaforme gratuite, lei e la Casaleggio, avete scelto per sviluppare in rete il vostro movimento la piattaforma meet-up, che non è né la migliore, né la più dinamica, né quella che offre il maggior numero di opzioni, ma è: a pagamento, sviluppata per creare merchandising, crea gerarchie in base a “quanto si paga”, consente facili manipolazioni dei profili utente? Soprattutto, lei e la Casaleggio, da questa piattaforma e dal merchandising relativo, guadagnate royaltyes?
3. lei ha censurato molte candidature sindacando su condanne non definitive, su semplici denunce mai andate in giudizio, “eliminando alcuni”, ma è stato molto largo di maniche in svariati casi; senza entrare nel merito e senza fare nomi, nonostante lei abbia una condanna definitiva per omicidio colposo in un incidente stradale. Si potrebbe poi ricordare che nel 2003 la Gestimar, l’immobiliare di famiglia di cui è socio ha usufruito del berlusconiano condono tombale, uno dei bersagli preferiti nei suoi spettacoli. A Genova uno degli organizzatori del V2-day nel 2007 è stato condannato (patteggiando) a 1 anno e 4 mesi per bancarotta fraudolenta…
4. non tutte le idee rivoluzionarie sul web di Casaleggio la seducono. Per esempio non sembra averlo convinto la battaglia per l’abolizione del copyright; lei ha fatto un esposto contro la vendita su eBay dei dvd taroccati dei suoi spettacoli. L’unico risultato è stato che il vicentino Alessandro B., 19 anni, si è trovato la guardia di finanza in casa e il computer impacchettato… qualche commento?
5. nella sua visione della politica nuova, della trasparenza, di persone nuove, come si colloca il rifiuto del confronto pubblico, del rispondere alle domande che le vengono poste? Come mai, lei prima osanna il web come strumento di rapporto diretto con i cittadini, e poi lei per primo non risponde mai a nessuno? Né su twitter, né su facebook né sul blog?
6. come mai il suo movimento, che dovrebbe essere il primo esempio di una nuova trasparenza, soprattutto finanziaria ed amministrativa, adotta come strumenti i meno trasparenti e tracciabili? Postepay, paypal… il documento di Bilancio dei 5 Stelle pubblicato su internet non rispetta, o meglio non applica per nulla la legge sul finanziamento dei partiti.
Sono diversi i nomi del committente della campagna elettorale e quelli sia degli intestatari dei conti correnti sia del numero identificativo di PostePay. Il bilancio è composto per poste di entrata e uscita dirette unicamente a persone fisiche. Quindi non esiste tracciabilità dei fondi in entrata (c’è solo il nome di chi incassa) né dei fondi in uscita: il pagamento di una serie di affitti o di una serie di forniture (fino a 4 mila euro mensili) non è “giustificato” da una fattura ma dal nominativo del socio che ha provveduto al pagamento. …ci spiega come mai?
7. Il M5S avrebbe aperto un conto su “Pay Pal”. Questo conto risulta intestato a “Movimento 5 Stelle Genova”. Non è un conto “personale” quindi… ma PayPal per aprire un conto non personale (di un associazione, ente o soggetto di altra natura) richiede esplicitamente il codice fiscale o partita iva, nonché i documenti ufficiali del soggetto collettivo intestatario del conto, nonché la sede legale ed i dati del responsabile legale. Ora non risulta che i M5S locali abbiano un codice fiscale, una partita iva, una sede legale, così come non risulta siano costituiti in struttura formale con un responsabile legale. Quindi quel conto a chi è intestato?
8. domandina facile facile, cui serve una risposta semplice, basta un nome e un cognome (o se preferisce il nome dell’azienda). Ci sa dire chi ha pagato il costo del palco, degli schermi e della comunicazione del VDay di Milano?
9. Nella Casaleggio, il secondo socio per importanza è Enrico Sassoon, che con la moglie, Cristina Rapisarda, ha costituito la “Global Trends”. Lo sapeva che la signora Rapisarda è stata coordinatrice di Agenda 21 a fianco dell’Assessore all’Ambiente Walter Ganapini? Che questi ha stipulato protocolli di intesa di vantaggio con la Italcementi (cliente di Global Trends) per gli inceneritori? E in particolare i cementifici a cui si fa riferimento sono l’Italcementi di Pontecagnano, la Cementir di Maddaloni e Moccia di Caserta, e che proprio per quegli impianti la Italcementi è indagata per favoreggiamento mafioso?
10. Grillo, lei molte volte si è lasciando andare a derive decisamente razziste, prima sui rom, poi sugli extracomunitari in generale, senza mai rispondere a domande in merito. Nel suo statuto (che non prevedendo alcuni organi di funzionamento democratico è incostituzionale!) lei prevede l’adesione solo per cittadini italiani (nemmeno l’apertura obbligatoria a quelli comunitari)… un suo amministratore ultimamente ha paragonato le unioni civili al matrimonio con animali… ce la direbbe una semplice parola chiara sulla sua posizione e del suo movimento su questi temi?
Ora, premettendo che in un mondo libero lei è libero di non rispondere, ma che è opportuno in democrazia che chi ricopre un ruolo pubblico sia anche trasparente e risponda alle domande… e premettendo che costituisce reato il dare risposte false, ma non di meno è facoltà di ciascuno mentire…
…resto in attesa, delle risposte che credo non mi darà.
Così, sono certo che non mi querelerà – nonostante gli strali dal suo blog – perché in primo luogo non ce ne sono gli estremi, dal momento che tutto ciò che ho affermato sono fatti, e dal momento che dovrebbe poi rispondere, in ben altra sede, a queste stesse medesime domande.
E da ultimo, dovrebbe chiarire anche perché non ha risposto…
P.s.
ci tengo a precisare che le domande qui poste sono state inviate sia a Casaleggio che a Grillo
per correttezza professionale e trasparenza un giorno prima di pubblicarle…
…qualora, per caso, avessero voluto rispondere…
ovviamente pubblicherei la risposta o anche una semplice nota di replica.

Fonte: Michele Di Salvo

Tra i commenti:

  1. mimmo scrive:
    potete dire quello che volete,ma al momento il m5s rappresenta l’unica vera alternativa,non ci sono sedi da mantenere,non ci sono tesorieri,una volta eletti,i rappresentanti del m5s prendono uno stipendio di circa 2000 euro qualsiasi sia la carica occupata,è questo per statuto! quello che dite forse sarà anche vero,ma le porcate ingoiate negli ultimi 50 anni di storia politica Italiana,fanno passare in secondo piano anche Norimberga!!!
    • micheledisalvo scrive:
      Le cose che a me hanno colpito sono essenzialmente due: la prima, che dovrebbe essere interesse del movimento avere chiarezza al proprio interno, e questo proprio in nome della “novità” che vuole essere e proporre; la seconda, è che nessun giornale/giornalista le abbia poste.
      La prima questione si risolve parzialmente con un metodo che ereditiamo dalla parte peggiore della cultura di sinistra di questo paese: l’idea che attaccare il capo, criticare, discutere delle cose negative, sia un atto che favorisca l’avversario politico – esattamente tuttaltro.
      La seconda questione la si risolve anche peggio: perchè l’idea a destra e a sinistra, è che nessuno schieramento arrivi al 50%, e che Grillo sia in parte utile a livellare e togliere voti all’avversario, e in parte ciascuno in qualche misura ne corteggia gli elettori, per portarli a sé, e in qualche modo “meglio non dare troppo fastidio” per
      non essere individuati come “il nemico”.
      tutto abbastanza triste e demoralizzante…
      …e lo dico, se posso, da persona di sinistra.
      ————-
      tu sei certo della questione stipendi? Hai verificato di persona?
      hai verificato che non prendano rimborsi elettorali? Nazionali e regionali?
      hai verificato i consiglieri di Piemonte ed Emilia come li hanno spesi? Chi hanno assunto? per fare cosa?
      I rendiconti di spesa presentati? Quali progetti hanno finanziato?
      Io si… e credo che nel movimento (pulito e con una idea sana) chi è arrivato a cariche elettive sia decisamente “vecchio”…
  2. Lancelopt scrive:
    La tua informazione “professionale” e l’ etica deontologica che tanto veneri non sono altro che il tuo difetto. Convinto di appartenere ad una casta che solo chi ne prende parte ha il diritto di scrivere e fare informazione è l’inganno per gli stolti. Il web non vi appartinene; quì tutti facciamo informazione.. Le tue critiche su grillo e sui vari blog e blogger non sono altro che la dimostrazione della frustrazione tua e dei tuoi amichetti che nel nome della democrazia vi attribuite il diritto di cronaca… Le cronache vostre e l’informazione che definite “professionale” è scadente, manovrata dalle forze politiche e da chi sa quali altri padri e padroni che a fine mese vi staccano l’assegno perchè avete fatto bene i compitini a casa. Lo sapevi che l’ordine dei giornalisti esiste solo in italia? BBC, CNN e tante altre come fanno ? Il codice deontologico a cui tanto ti aggrappi è l’ennesima favoletta italiana. Il giornalista non è quello che rappresenta, ma quello che scrive che lo qualifica. E da come scrivi sembri solo frustrato e manovrato… Povera patria mia in mano a questi stolti…..
    • micheledisalvo scrive:
      Forse ti riferisci a qualcun altro. Forse ripeti a pappagallo qualcosa che viene sempre risposto per evitare domande e soprattutto per evitare di dare risposte. Di certo, quello che ho scritto non lo hai letto.
      Non sono giornalista, non sono iscritto all’albo, non mi paga nessuno, non ho padri, padrini e padroni, non faccio “compitini”, non prendo assegni; quelli semmai li prendono gli influencer di Casaleggio che lavorano e hanno molto lavorato per Grillo.
      [però, io prima di scrivere mi documento e mi informo – lei lo ha fatto?]
      Sono talmente convinto che il web sia di tutti, che non credo ci sia o possa essere chi “conta più degli altri”, e non di meno le regole soprattutto di comportamento devono valere per tutti e non solo per qualcuno, o per qualcuno meno… ops, ma questo forse è Orwell… ha presente la fattoria degli animali?
      Non mi attribuisco alcun diritto di cronaca, semmai difendo quello ala trasparenza, che non può essere delegato a nessuno, e che impone a ciascuno di noi il diritto dovere di fare domande e chiedere risposte a chi ci governa, a qualsiasi leader, e a chi si candida a farlo.
      Da privato cittadino, ciascuno di noi può dire e fare ciò che vuole, più o meno, nel limite e confine delle leggi – anche opporsi a quelle che ritiene “non giuste” e lottare (rispettandole) per cambiarle.
      Quando si sceglie una posizione pubblica si ha invece l’obbligo di trasparenza, di rispondere della propria vita, in parte anche di quella privata, e si perde in qualche modo il diritto a “non rispondere”.

beatrice clapton scrive:
ma smettila … e spendi il tuo tempo meglio . Cerca di costruire e non solo di distruggere . Troppo facile stare con quelli che a modo loro vincono sempre. Combatti per una causa :vincerai o
perderai e poi ne riparleremo.
  • micheledisalvo scrive:
    Premesso che io sono un ferreo sostenitore del fatto che non dobbiamo combattere “solo” le battaglie che possiamo vincere, ma soprattutto quelle che vale la pena combattere…
    …quella contro la manipolazione e il populismo io credo sia una di queste.
    io distruggo e basta?
    prima di commentare, informati sulla storia del tuo interlocutore – verifica chi è che fa e cosa ha fatto… e se ci riesci anche il come…
    ma mi rendo cnoto che è uno sforzo eccessivo, per chi è abituato ad avere un capo che parla da un palco senza contraddittorio e confronto, e che non risponde mai, e che se non sei d’accordo con lui ti espelle ed amen…
    io credo che siate malati di manie di cieca persecuzione – se uno osa fare delle domande e chiedere trasparenza vi arroccate sulla torre e ripetete un pò tutti le stesse cose…
    la macchina del fango, siete pagati, i tuoi padroni, …
    dato che ormai la cieca difesa impedisce anche di leggere – o si parla bene di Grillo o si è un nemico da offendere…
    …ti riporto alcune risposte già date ai “tuoi commilitoni”
    Credo che sentirsi accerchiati, o “fare la parte” di chi viene attaccato perché è contro il sistema, non aiuti, se non a evitare di dare risposte concrete.
    Non ho mai parlato male del Movimento, non ci penso proprio.
    Né mio interesse o volontà screditarlo.
    Lì, credo che per molte ragioni siano confluite le forze di tanti che per anni hanno cercato di fare politica senza avere spazi, ed oggi profondono energie e speranze in una alternativa (almeno sperata).
    Rispetto a queste energie, ed a questa passione, massimo rispetto ed attenzione.
    Purtroppo ci sono due patologie della comunicazione che ereditiamo dal peggio delle generazione passate.
    La prima, considerare una critica come un attacco, chi la muove come un nemico, senza badare a ciò che dice, ma per il solo fatto di averlo detto, ciò che ha detto va negato.
    Un tempo nel PCI si diceva che on si poteva criticare il capo, perché se no si faceva un favore al nemico – ecco, alle volte mi sembra di tornare a queste concezioni.
    La seconda, il rispondere sempre “si ma…” – “la mia è sempre una pagliuzza rispetto alla trave altrui”… e di trave in trave restiamo ciechi, e per restar ciechi alle volte basta una pagliuzza.
    Le cose che a me hanno colpito sono essenzialmente due: la prima, che dovrebbe essere interesse del movimento avere chiarezza al proprio interno, e questo proprio in nome della “novità” che vuole essere e proporre; la seconda, è che nessun giornale/giornalista le abbia poste.
    La prima questione si risolve parzialmente con un metodo che ereditiamo dalla parte peggiore della cultura di sinistra di questo paese: l’idea che attaccare il capo, criticare, discutere delle cose negative, sia un atto che favorisca l’avversario politico – esattamente tuttaltro.
    La seconda questione la si risolve anche peggio: perchè l’idea a destra e a sinistra, è che nessuno schieramento arrivi al 50%, e che Grillo sia in parte utile a livellare e togliere voti all’avversario, e in parte ciascuno in qualche misura ne corteggia gli elettori, per portarli a sé, e in qualche modo “meglio non dare troppo fastidio” per
    non essere individuati come “il nemico”.
    tutto abbastanza triste e demoralizzante…
    …e lo dico, se posso, da persona di sinistra.

  1. riccardo scrive:
    Caro Michele, grazie per questo bel post!
    Condivido gli elementi di analisi da te sviluppati e proposti.
    Inoltre, perfino al di là degli elementi in questione, devo dire che ho apprezzato la pacatezza e la razionalità che li sostiene.
    In una società realmente democratica, il dialogo (ed eventualmente anche la polemica) devono possedere una sostanza: che certo non può consistere, da parte di alcuni, nel sottrarsi alla discussione.
    Tu polemizzi col M. 5 stelle non per partito preso ma avviando una discussione ancor prima che politica, culturale.
    Diffidi, esattamente come me e come tanti/e altri/e, del partito preso e dell’idea stessa di leader: in Italia (e non solo in Italia) il leaderismo ha fatto solo male.
    Un caro saluto!
  2. lavocedelgarda scrive:
    Alla lucida analisi, aggiungo che Beppe Grillo è l’unico politico, di cui per ascoltare un comizio occorre pagare il biglietto. Ma smontato Grillo cosa rimane? Nell’ultimo quinquennio l’assenza della sinistra sui temi “di sinistra” è stata di una gravità madornale, senza contare le responsabilità governative di Prodi e company, prima, nella privatizzazione dei servizi pubblici e delle aziende pubbliche. Gravi assenze sulla guerra in Libia, sulla Tav, e sulla protesta contro il dominio economico sovranazionale che ha sottomesso l’UE, gli USA ed i singoli stati europei. Assenza di senso critico, nel non valutare che la vita delle persone, dei lavoratori, dei pensionati, dei cittadini è di gran lunga più importante rispetto alle pretese di saldo immediato dei debiti, secondo l’interpretazione dei creditori, assecondata con cocciuta miopia dal PD e da Napolitano. Mentre i Padri della Sinistra si rivoltano nelle tombe, osservando che la sinistra immola la vita dei proletari per saldare i debiti nei confronti del capitalisti creditori.
    • micheledisalvo scrive:
      Concordo.
      Personalmente non ne faccio una battaglia contro o anti Grillo in sé – ma contro i sistemi manipolativi e demagogici.
      Tanto più una situazione e un contesto sono “di crisi” (ovvero, letteralmente “trasfomazione”) tanto più in una società è facile nascano soggetti che “con parole d’ordine semplici” – e talvolta banali e qualunquiste – cavalchino l’onda dei disagi popolari.
      Lo fu per certi versi il fascismo, lo evitammo con risposte “di pancia” negli anni sessanta e settanta, lo ripropose la Lega ai suoi albori… e il rischio è tanto più concreto, quanto forte e percepipile il vuoto altrui… destra e sinistra che siano…

fridolin scrive:
Grillo è un criptofascista, somiglia molto al mussolini di Sansepolcro, stessa demagogia populista, qui, se si vuole, ancora più cialtrona.
Cercare di far ragionare un suo adepto è come cercare di convertire Benedetto XVI al materialismo dialettico, il vizio italiano di confidare in messia che risolvano in quattro quattr’otto i problemi (soprattutto a discorsi) è duro a morire.

trane52 scrive:
Va beh, su Grillo qualche dubbio ce l’ho anch’io. Ma sul PD o quelli di ‘sinistra’ no. Quelli sono già stati risolti da un pezzo. Cmq, a rigor di logica, la conclusione da trarre da tutto questo è che l’astensionismo nelle sue variegate forme sia la scelta più opportuna alle prossime elezioni. Non ci sono alternative, mi sembra. O no?
  • micheledisalvo scrive:
    Mi sa Che la cosa e’ più complessa…
    Noi dobbiamo smetterla di essere una società da supermercato.
    Di quelli che vanno in giro tra gli scaffali, e vogliono tutto pronto e confezionato.
    Se ci piace, lo compriamo, se no, non compriamo nulla o il meno peggio.
    Se ci riconosciamo in un’idea, in un progetto, ma non ci piace quel partito o quella dirigenza, e’ nostro dovere lavorare per cambiarlo e migliorarlo.
    Il bene pubblico, la cosa (casa) pubblica e’ di tutti.
    In Italia il “bene pubblico” il “demanio” viene declinato come “essendo di tutti non compete a me averne cura”…
    Da un punto di vista tecnico, poi, l’astensione (matematicamente) raddoppia i voti altrui.
    Quindi scelte operate da altri, che poi ricadono su di noi…
    Non credo sia mai una scelta particolarmente intelligente…