lunedì 10 settembre 2012

Ascesa e caduta di Favia: da pupillo a reietto

Così il pupillo del capo finì reietto. Ascesa e caduta del Mida grillino

Ritratto di Giovanni Favia, dal primo exploit alle elezioni del 2009 contro l'ex sindaco di Bologna Flavio Delbono alla “confessione” sul ruolo di Casaleggio, rubata da un fuorionda che ha spaccato il Movimento 5 Stelle

di SILVIA BIGNAMI

Tradito da una telecamera. E dire che Giovanni Favia, un tempo enfant prodige, ora reietto, la passione della macchina da presa l’ha sempre avuta. "Tutta colpa del mio passato da videomaker", si giustificò di recente, quando divamparono le polemiche per una foto che l’immortalava mentre filmava, in Regione, il luogo del suicidio di Maurizio Cevenini. Un’immagine sconcertante, anche per molti suoi sostenitori, che tuttavia non l’hanno abbandonato. Perché è stato lui il re Mida dei grillini. Un autentico moltiplicatore di consensi, come quando nel 2009 si candidò a sindaco: con oltre 7mila voti, i 5 Stelle balzarono al 3,27%. 


Favia s’ambienta subito a Palazzo. Giovane promessa contro Flavio Delbono, impara in fretta a setacciare le delibere. Affonda il colpo quando Delbono si dimette, e subito riparte per stanare il pesce più grosso: re Vasco Errani, sire in Regione. Tempi belli. Con Grillo e Casaleggio fila tutto liscissimo, tanto che l’8 novembre 2009 Grillo stesso, sul blog, lo indica come candidato  governatore. Favia non vince, ma fa volare il M5S al 7%. È qui, tra le torri del Fiera district, che qualcosa si spezza. Favia si taglia lo stipendio, ma sulla gestione dei fondi polemizza con l’alter ego Massimo Bugani, fedelissimo di Grillo. E’ ambizioso, si dice miri al Parlamento, lui lo nega. 


Inizia l’era delle espulsioni e della crescita dei consensi grillini, che ingolosisce molti. Favia vuole candidarsi alle politiche? Il non-statuto dice no: ha fatto due mandati. Lui rimanda all’assemblea: "Decidono loro". Poi smentisce, ma è sempre sul chi va là, se la prende coi giornali, inciampa sulle interviste tv a pagamento, Grillo gli pennella addosso quella truce metafora dei funerali. Ma lui nega dissidi: "Con Beppe va tutto bene".

E inizia a coltivare il doppio registro: a taccuini chiusi, sul guru, sussurra critiche che, in chiaro, non farebbe mai. Attentissimo a non “farsi fregare”: "Posso registrare l’intervista?", inizia a chiedere. Poi non basta più neanche quello: "Mando le risposte via mail, non tagliate i virgolettati". Controlla tutto, non si fida di nessuno. Fino a scivolare sulle sue stesse cautele. Un caffè, una telecamera, un registratore, ed è il disastro. 

(08 settembre 2012)


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Giovanni Favia, il grillino che voleva andare in tv


Da Agorà a In Onda, dalle Invasioni Barbariche a Piazzapulita. Prima che Beppe Grillo richiamasse i suoi all'ordine, in primavera, il consigliere emiliano dei Movimento 5 Stelle spesso usciva dal web per entrare negli studi televisivi. Poi, d'estate, c'è stato lo scandalo delle interviste a pagamento, sui canali locali bolognesi. Infine il fuorionda imbarazzante, nel programma di Formigli
di Laura Pertici
montaggio Riccardo Pulvirenti

Fonte: Repubblica.it

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Il giorno dopo di Favia:«Mi dimetterò e poi decideranno i cittadini»

Il giorno dopo il fuori onda trasmesso su La 7, il consigliere regionale a 5 Stelle scrive su Facebook «Tra qualche mese rassegnerò le mie dimissioni e saranno i cittadini a valutare se respingerle o accettarle»

BOLOGNA - Il giorno dopo il lungo fuori onda trasmesso su La 7 il consigliere regionale Grillino, Giovanni Favia, scrive ai suoi sostenitori su Facebook. «Tra qualche mese, come ogni semestre, rassegnerò le mie dimissioni e saranno i cittadini dell’Emilia-Romagna tramite votazione, a valutare se respingerle o accettarle», ha spiegato Favia. La sua prima mossa dopo il video che ha mandato in subbuglio il Movimento 5 Stelle.

IL FILMATO - Nel fuori onda Favia aveva attaccato il guru della comunicazione di Beppe Grillo, Gian Roberto Casaleggio, spiegando che nel Movimento non c'è democrazia. Su Facebook il consigliere ha provato a mettere una pezza. «Cerchiamo di fare un bel respiro, tutti. Ribadisco se ce ne fosse bisogno: le liste del m5s, dalle comunali alle regionali, nascono spontaneamente ed in democrazia diretta», ha detto l'esponente grillino. Poi Favia ha parlato del fuori onda: «Nel mio sfogo del fuori onda, parlando di assenza di democrazia, non attaccavo il Movimento, ma un problema che oggi abbiamo e che presto dovrà risolversi. Ovvero la mancanza di un network nazionale dove poter costruire collettivamente scelte e decisioni, comprese le inibizioni e le attribuzioni del logo. Questa falla concentra tutto in poche mani, seppur buone e fidate, generando una contraddizione che spesso sul territorio ci viene rinfacciata».
IL MEA CULPA - Il consigliere ha chiesto scusa ai sostenitori del Movimento. «E’ stato un grave errore lasciarmi andare ad uno sfogo privato e scomposto, rubato da un cronista di cui mie ero fidato. Capita in famiglia, capita tra amici, capita al lavoro, anche tra persone che si vogliono bene, avere reazioni esagerate in momenti di tensione». E ancora: «I miei rapporti con Gianroberto Casaleggio estremamente critici, anche se la storia è molto lunga»
LE DIMISSIONI -. «Tra qualche mese, come ogni semestre, rassegnerò le mie dimissioni e saranno i cittadini dell’Emilia-Romagna tramite votazione, a valutare se respingerle o accettarle»
Redazione online
07 settembre 2012

Fonte: Corriere.it