venerdì 3 agosto 2012

Tonino il Contadino o Tonino il Grillino?

Tafanus

26/07/2012

Tonino è disperato. Coi sondaggi che sempre più spesso si avvicinano alla soglia di sbarramento alla Camera, e sempre più raramente sfiorano la soglia dell'8% al Senato, Tonino ha capito solo una cosa: che "gna fa". Sa bene che a furia di tirare la corda, col PD ha rotto i ponti. E' convinto che l'arma vincente di Grillo sia l'urlo dissennato, e si è messo a scimiottarlo. Ma "l'acqua è poca, e a papera nun galleggia". Lo stagno del populismo non cresce, e non si riesce a nuotarci dentro comodi in due, o magari in tre. 

La "mossa del cavallo" (anzi, del grillo), l'aspettavamo da tempo, e ne avevamo scritto in tempi non sospetti. Ma Grillo non accetterà di dividere, perchè è ancora dominato dal sentimento di onnipotenza. Tanto da non accorgersi nemmeno che da metà giugno i sondaggi del Mò Vi Mento a 5 Stelle hanno invertito la marcia, e anzichè viaggiare verso le magnifiche sorti e progressive del 51%, hanno ripreso a scendere sempre più spesso, e sempre più rapidamente. 'O Miracolo Pizzarotti non ce l'ha fatto vedere, e di Sarego, dove "è cominciata la Terza Repubblica", non si ricorda più nessuno.
Neanche lo spelling.

Tonino sa che si voterà ancora col Porcellum, e che col Porcellum si vince solo con più del 30% dei voti. La destra - anche se si rimetteranno insieme PdL/FI e Lega, non arriverà al 23%. Il "Grande Centro" raramente riesce a superare il 10%. Casini mette il veto all'IdV senza avere i numeri per farlo, l'IdV mette il veto a Casini senza avere i numeri per farlo, SEL non ci sta a fare ammucchiata con IdV e Grillo (già sono troppi due galli in un pollaio, figuriamoci tre). Quindi si chiama già fuori dall'asse dei populisti immaginato da Di Pietro.

SEL sa che la sua sola salvezza - se si voterà col Porcellum (come credo), starà in un'alleanza subordinata col PD. Abbastanza subordinata da risultare accettabile all'area PD che si rifà alla sinistra dei popolari.
Quindi, caro Tonino, non agitarti troppo. Les jeux sont faites. Ci sarà una nuova alleanza FI-Lega, nella quale 19+5 non farà 24, ma 20/22; il Grande Centro di restringerà sempre di più. Qualcuno ritornerà alla Casa Madre del defunto berlusconismo, Di Pietro tenterà l'alleanza con Grillo e Vendola, ma Vendola ha già detto NO, e Grillo lo dirà molto presto. Il PD si alleerà con Vendola, ridotto al suo ruolo naturale di azionista di minoranza. Tutto qui. Ecco l'articolo odierno di Repubblica sull'argomento:


L'idea dell'ex pm: uno schieramento che raggruppi forze politiche come Idv e Sel. Ma anche il Movimento Cinque Stelle e chi, al momento, è "messo ai margini" dalla maggioranza che sostiene il governo Monti. Polemiche sulla legge elettorale. Vendola: "Per adesso non ci riguarda". Letta, Pd: "Evitiamo campagne populiste"


Di Pietro lancia l'asse dei non allineati "Idv con Sel e Cinque Stelle: ci temono"

Fonte: Tafanus

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03/08/2012

La foto ingiallita e strappata di Vasto, pronta per la scatola delle scarpe

Foto-di-vasco
...una foto ingiallita, strappata, che non ho mai capito neanche perchè sia stata scattata. Un autentico uomo di destra (ma anche), insieme ad un moderato di sinistra, e ad un moderato di sinistra che occasionalmente si traveste da estremista di sinistra. Ora, finalmente, con la distruzione della foto di Vasto, le cose cominciano ad essere più chiare, e più aderenti alla realtà. 

Io con Di Pietro ho un lungo contenzioso, iniziato quando si tolse platealmente la toga da magistrato in favore di telecamera, dimettendosi da magistrato a reti unificate. Ho un diverso concetto della discrezione. Al posto di Di Pietro, avrei comunìcato le mie dimissioni ai miei colleghi, a Borrelli, e poi le avrei date con una lettera riservata, e non con un gesto plateale in TV.

Non mi piaceva il Di Pietro che ammiccava a Berlusconi, e prima ancora ai craxiani. Non mi piaceva il Di Pietro che accettava la candidatura offertagli da quel genio di D'Alema nel collegio del Mugello, dove si fece plebiscitare anche con la promessa di essere tutte le settimane nel collegio per curare gli interessi di quel microcosmo. Non l'hanno più rivisto.

Non mi è piaciuto il Di Pietro che nel lurido affare del G8 di Genova si è sempre schierato coi La Russa, coi Gasparri, con Forza Italia, con la Lega, contro le sinistre che volevano una commissione d'inchiesta.

DiPietroNon mi è mai piaciuto il Di Pietro che si faceva traghettare da quell'altro genio di uolter oltre le soglie di sbarramento, facendo finta di aderire al PD, e di voler costituire gruppi parlamentari unici, per sbarcare dal taxi a fine elezioni, senza rispettare i patti.
Non mi è mai piaciuto il Di Pietro che ha giocato per anni a culo e camicia con Grillo, né quello che si è messo a fare con Ferrero il burattinaio del Popolo Viola. Non mi è piaciuto il Di Pietro che per anni ha lanciato un'OPA continua sugli alleati del PD, per poi scoprire che anzichè prendere elettori, ne perdeva. Gli ultimi sondaggi dell'IPR lo danno al 5,8%, ma ancuni sondaggi della Spin lo danno fra il 4,5 e il 5,0%. L'OPA ha funzionato, ma all'inverso.

Non mi piace il Di Pietro che nel decidere se appoggiare o meno il governo tecnico è sempre più schierato con la peggior destra berlusconiana e leghista, né quello che critica da mattina a sera Napolitano, organizzando clandestinamente - tramite il solito moribondo Popolo Viola - schiere di "fischiettatrici" con borsa Louis Vuitton e sciarpe di Burberry, da mandare sotto le finestre del Quirinale a "svegliare" Napolitano, che a me sembra notevolmente più sveglio di lui. 

Non mi è piaciuto il Di Pietro che attaccava l'antipatico galantuomo Visco, per difendere il Generale Spigola Speciale. E non mi è piaciuto il Di Pietro che, avvicinatosi pericolosamente al 4%, ha riscoperto la bellezza dell'alleanza col PD.

A furia di pensare solo, da furbetto, ai cazzi suoi, Di Pietro è rimasto con le pile del megafono scariche. Non lo vuole più Bersani, perchè incompatibile con l'atteggiamento moderato del PD, ma non lo vuole neanche Grillo, che capisce bene che l'unione di due populismi (uno organizzato con le sedi nel territorio, e un altro coi click su facebook), quello destinato ad essere fagocitato sarebbe il popolo dei click. 

Casini-renziCasini pone il veto a Di Pietro; ma chi se ne frega... anche noi poniamo il veto a Casini, e bene farebbe Bersani a capirlo alla svelta, finchè il partito di Casini non si piegherà alla laicità dello stato. Noi siamo Cittadini, e non adoratori della Madonna dal Velo Azzurro.

Noi sogniamo un centro-sinistra fatto dall'ala ex PCI del PD, e dall'ala più progressista degli ex popolari. A quest'area ci piacerebbe che si aggiungessero quei galantuomini di valore estromessi dal PD per la politica veltroniana, che ha optato per i Calearo.  Ci piacerebbe che tornassero a casa i Gavino Angius, i Fabio Mussi, i Cesare Salvi. Vorremmo una coalizione senza i Ferrando, ma anche senza le Binetti, e possibilmente senza nessun casino. Chi è stato 17 anni a fianco del maiale della lap-dance, difendendone le scelte a spada tratta, sempre e comunque, a costo di stravolgere i regolamenti della Camera, non può essere mio alleato. 

Infine, un appunto (uno solo) a Napolitano: nessuna fretta nel cambiare il Porcellum con un qualche Pastrocchium purchessia, solo per dire che abbiamo cambiato. Le leggi elettorali si cambiamo all'inizio delle legislature, non alla fine, cogli occhi fissi sui sondaggi, e sulle poltrone. L'attuale maggioranza parlamentare vuole cambiare il porcellum con una nuova legge porcata adeguata ai nuovi scenari elettorali? Bene, Bersani avverta il segretario particolare di Berlusconi (tale Angelino Alfano) che - se ci proveranno - il centro.sinistra farà cadere il governo, e andremo alle elezioni anticipate senza dar loro il tempo di fare porcherie (o porcate) a botte di maggioranza. Non siamo più nell'autunno del 2005.
Anche i moderati, a volte, nel loro piccolo, si incazzano. Tafanus.

Fonte: Tafanus

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27 lug 2012

Fascista chi


Fascista io? Fascista sarai tu.

Casini e Di Pietro scelgono twitter per rinfacciarsi le rispettive camice nere in versione 2.0. L’accusa del leader dell’Udc è senza se e senza ma. Ma anche la risposta dell’ex pm improvvisatosi Sam Raimi è di quelle che pungono. In fondo lui con Berlusconi non si è mai alleato, e Pier Ferdinando sì.

Solo che Berlusconi – pur essendo il peggio del peggio – non era fascista. E nemmeno lui, povero Tonino, è un fascista.

Qui l’unica cosa un po’ fascista è quel video postato in rete dal capo dell’Italia dei Valori. E che lo dica Casini o chiunque altro poco importa. Sempre un po’ fascista resta.


Fonte: Marco Bracconi

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Fascista chi /2

E’ dovuta una risposta ai lettori che nei commenti all’ultimo post criticavano al definizione di “un po’ fascista” per il video messo in rete da Antonio Di Pietro.

Come è ovvio, il fascismo è un fenomeno storico che ha suoi caratteri specifici e – in quanto storici – nel loro complesso irripetibili.

Ma certi tratti  no, quelli sono ripetibili. Eccome se lo sono. 

Così, pur essendo certo che Di Pietro non è fascista o nazista, è altrettanto certo che il suo bel video sarebbe piaciuto da morire a uno come Goebbels. Magari con qualche ebreo al posto di Bersani, Monti, Casini e Alfano.

Fonte: Marco Bracconi