27 ago 2012 - Federico Mello
Militanti e simpatizzati si interrogano sulle regole
per l’elezione a Camera e Senato. Ma tutti, compresi i consiglieri
regionali, aspettano un cenno del grande capo. Sul programma si danno
per certe consultazioni e libertà di voto su temi “sensibili”. E intanto
il blog lancia dei “sondaggi” per testare un piattaforma che
difficilmente sarà garanzia di democrazia.
E’ la convinzione generale: “Faranno un risultato a due cifre”. Il 12
per cento, dicono alcuni sondaggisti, “molto di più ribattono” altri.
Eppure non c’è dubbio che il moVimento di Beppe Grillo si è prenotato per un’infornata di deputati e senatori alle prossime elezioni: nella conta finale dovrebbero risultare più di cento i parlamentari “stellati”.
Ma a pochi mesi dalle elezioni politiche, proprio con queste rosee prospettive davanti, una domanda diventa sempre più pressante per simpatizzanti, detrattori e militanti a 5 Stelle. Come verranno scelti deputati e senatori? Quali saranno i criteri, le regole, le modalità per candidarsi, entrare in lista, essere eletti?
Le risposte a queste domande, è il caso di dirlo, soffiano nel vento. Il “non statuto” del “non partito” lo dice chiaramente: “Le
regole relative al procedimento di candidatura e designazione a
consultazioni elettorali nazionali o locali potranno essere meglio
determinate in funzione della tipologia di consultazione ed in ragione
dell’esperienza che verrà maturata nel tempo”. Insomma, regole per ora non ce ne sono. E per un movimento la cui sede “coincide con l’indirizzo web www.beppegrillo.it” (sempre dal Non Statuto) non c’è da fare altro che aspettare messianicamente le disposizioni di Grillo in persona, o del suo fantomatico staff.
A dimostrare la trepidante attesa, risulta utile una discussione svoltasi lo scorso mese sul forum del Movimento 5 Stelle Piemonte,
dedicata proprio a regolamenti e modalità del “non partito”. A
militanti che chiedono delucidazioni – temono che possano infiltrarsi
persone poco gradite nella lista del comico – risponde Davide Bono (nella foto), consigliere regionale e tra i più in vista del movimento.
Innanzitutto, secondo Bono, non saranno particolarmente stringenti le caratteristiche
di un candidato a 5 Stelle: “Chiunque dei nostri attivisti – scrive il
consigliere -, che sia in grado di comprendere un testo italiano di
media-alta complessità (leggi, provvedimenti, regolamenti), che ha passato anni a leggere ed informarsi e ha voglia di impegnarsi h15 a 800 km da casa, è in grado di fare il deputato/senatore”.
Ma come candidarsi? Bono aggiunge: “Vi riporto le cose che mi ha detto lo staff di Grillo
(Beppe è irreperibile): per le candidature aspettiamo settembre, e la
nuova legge elettorale. perché se la modificano dobbiamo cambiare tutto”. Quindi, non si sa nulla.
Sul programma con cui i candidati grillini chiederanno la fiducia agli elettori, le cose non vanno meglio. “Sul programma va già benone quello che c’è – spiega ancora Bono, riportando quando comunicatogli dallo ‘staff’ – poi pian pianino verranno aggiunte delle cose”. Il metodo è quello della consultazione permanente (“Su molti temi si sentirà il popolo italiano tramite referendum”) e della libertà di scelta (“Su temi etici, anche matrimoni omosessuali, ci sarà libertà di scelta anche perché non potrebbe essere diversamente”) – notare che anche molti dei partiti in Parlamento scelgono la stessa opzione.
Consultazioni e libertà di scelta anche su un tema cruciale come l’economia: “Mica possiamo pensare che un governo anche m5s decida da solo se fare una scelta così pesante come rimanere o uscire dall’euro?” conclude il consigliere.
Ma allora: quali regole tireranno fuori dal cilindro digitale Grillo, Casaleggio, e il loro staff per mandare i loro “ragazzi” in Parlamento? Vista l’impostazione generale, potrebbe essere quella della Rete la strada maestra.
In questi ultimi mesi è evidente la frequenza sempre maggiore con cui “il Blog” ha utilizzato sondaggi online
per chiedere ai lettori opinioni su tematiche varie. Per alcune fonti
vicine al moVimento, questi sondaggi non sarebbero altro che “prove” di una piattaforma digitale
di consultazione che dovrebbe essere varata nelle prossime settimane.
Si aprirebbe così la strada e delle consultazioni sul web che permetterebbero agli utenti registrati di votare i candidati alle liste elettorali.
In realtà da alcuni settori dei 5Stelle era arrivata la richiesta di un “filtro” da far esercitare ai vari gruppi locali per scremare in assemblee fisiche, de visu, le varie candidature. Ma sembra che “lo staff” e Casaleggio siano del tutti contrari
a questa ipotesi (è chiaro che in questa maniera i vari gruppi sui
territori riceverebbero un potere che “il centro” non intende in nessun
modo concedergli).
Voti online, allora, seppur previa identificazione? Potrebbe essere,
anche se non è detto che si trasformi in garanzia di democrazia reale:
chiunque “in grado di comprendere un testo italiano di media-alta
complessità” potrebbe trovarsi preferenze online ne’ più ne’ meno di quello che succede nelle provincie, al nord e al sud.
Per un “non partito” che rifiuta ogni delega e ogni “quadro” intermedio il nodo, insomma, è tutto da sciogliere. Un nodo che rischia diventare scorsoio
per le ambizioni dei Cinque Stelle. Proprio aver partecipato ad un
incontro nel quale militanti emiliani e romagnoli si interrogavano sulle
regole di democrazia interna, dal blog di Grillo (in un post scriptum ad un post) partì la fatwa contro Valentino Tavolazzi,
ex “esperto” di fiducia di Grillo e rappresentante Cinque Stelle a
Ferrara. “Valentino Tavolazzi non fa più parte del movimento” la
scomunica arrivata senza neanche passare da uno straccio di probiviri (la fantomatica commissione che si dovette riunire, almeno formalmente, per decidere l’espulsione di Gianfranco Fini dal Pdl).
Nonostante le “due cifre”, militanti e simpatizzanti non possono far altro che aspettare le disposizioni dal grande capo. O almeno un post scriptum a qualche suo post che dia qualche indicazione in più.
Fonte: Pubblico