lunedì 20 agosto 2012

Caro militante grillino

giovedì 12 maggio 2011

Caro militante grillino,
 
è da tempo che io mi pongo una domanda. Passi l’elettrice anziana che guarda ReteQuattro e si fa condizionare, ma come è possibile che una persona giovane, che ha studiato, che si informa su internet, che ha basi culturali tali che se le chiedi del nucleare e del fotovoltaico ti risponde nel dettaglio sui joule, i gigahertz e i terawatt manco fosse un ingegnere, poi si faccia abbindolare in questa manie
ra?
 
Sì, capisco: l’antipolitica, son tutti uguali e via discorrendo. A parte che non è proprio così, ma, insomma, uno che ha le caratteristiche suddette qualche domanda se la dovrà pur essere posta. 
 
Caro militante grillino, hai mai riflettuto sulle cazzate (specchietti per allodole) scritte nel programma del Movimento 5 Stelle?
 
Per esempio.


Ti sei mai accorto che quell’idea di “insegnamento della Costituzione ed esame obbligatorio per ogni rappresentante pubblico” oltre che impraticabile (cosa succede se il rappresentante pubblico non passa l’esame?) non è poi così diversa da quella filosofia delle élites che ispirava, un secolo fa, l’antidemocratico Gaetano Mosca?
 
Hai mai pensato che quell’altra idea della “proibizione di costruzione di nuovi parcheggi nelle aree urbane” è un nonsenso in un programma a livello nazionale perché ogni area urbana ha le sue esigenze e quel che vale per Pistoia può non valere per Prato?
 
Ti sei mai soffermato su quell’altra proposta riguardante la sanità, quella sulle “liste di attesa pubbliche e online”, e sulle conseguenze in termini di privacy o anche soltanto sulle difficoltà che può avere un anziano (ossia, chi ne ha più bisogno) ad accedervi?
 
Ti sei mai chiesto a quanto ammonti il debito pubblico visto che il programma del Movimento prevede di diminuirlo semplicemente tagliando gli sprechi?
 
Ti sei mai domandato se “impedire lo smantellamento delle industrie alimentari e manifatturiere con un prevalente mercato interno” sia compatibile con l’appartenenza all’Unione europea?
Hai mai fatto mente locale sul fatto che un militante piddino – con tutti i suoi limiti e le sue arretratezze culturali – se il segretario del suo partito spara una cazzata non si arrampica sugli specchi per giustificare la gaffe, ma gli fa un culo così e, secondo come, potrebbe anche incazzarsi al punto di chiedere la convocazione di un congresso di partito?

Dico sul serio, caro militante grillino.


Io sono abbastanza preoccupato. Sono una decina di anni che a ogni campagna elettorale noto una crescente volgarità, superficialità e demagogia. Tutte le volte dico che si è toccato il fondo e poi, all’occasione successiva, devo ricredermi: se dieci anni fa un presidente del Consiglio avesse detto che avrebbe stoppato le demolizioni delle case abusive istituendo, di fatto, zone affrancate dalla legge, probabilmente il Paese gli si sarebbe rivoltato contro. Oggi è una notizia tra le tante. E’ una gara a chi la spara più grossa, gara che – come riportato sopra – coinvolge anche i movimenti che dieci anni fa non esistevano.

 
Ho sempre dato la colpa di tale deriva a Berlusconi, al suo modo di fare che non è fascista: è peggio, è subdolamente peggio. Però forse le cose non stanno così. Perché mi sembra che questo modo di fare si stia diffondendo. I nuovi attori che si sono affacciati sulla scena politica in questi ultimi venti anni potranno anche aver intercettato esigenze giuste e condivisibilissime, portato idee programmatiche diverse e anticonformiste, ma per quanto riguarda lo stile, la condotta, l’atteggiamento di fondo hanno contribuito solamente al declino. Berlusconi, Bossi, Di Pietro, Grillo: tutti leader di partiti personali, che basano il consenso non sulla forza delle loro idee, ma sul carisma e su un nemico ben identificabile (i comunisti, Roma ladrona, Berlusconi, i politici in genere). Gli attori politici – come il PD, SEL, l’UdC, gli stessi finiani – che sono eredi diretti e lineari di quelli che c’erano fino a vent’anni fa, magari hanno idee vecchie, sono proprio vecchi dentro, non hanno una visione d’Italia proiettata a cosa saremo e faremo fra vent’anni (e ciò è quasi imperdonabile), ma – porca miseria! – se voglio un minimo di moderatismo istituzionale e di sensatezza politica tocca rifarmi a loro, anche quando eticamente mi fanno venì l'aonco (espressione in uso dalle mie parti, ma onomatopeicamente comprensibile dal SudTirolo alle isole Tremiti).

Perciò, concludo, la mia delusione non si chiama Grillo o Di Pietro o Bersani o Berlusconi o Bossi o Fini o Casini. Essi fanno il loro mestiere. La mia delusione di questi giorni è invece l’elettore giovane e colto che rinuncia a riflettere e si lascia trascinare in questo vortice. L’elettore che avrebbe la capacità e la forza di dire ai nuovi protagonisti della politica “fermati, la tua buona causa sarà migliore se non oltrepassi quel limite, sarà un percorso più duro e lungo, ma è quello giusto” e non lo dice.

 
Perché non lo dice?
Perché, caro militante grillino, non lo dici?


Fonte: Non una cosa seria

Tra i commenti:  

  1. Io ti stimo per l'abnegazione e lo spirito di servizio di essere andato a leggere il programma del movimento per il bene pubblico.

  2. ...come si dice in questi casi: è un lavoraccio, ma qualcuno doveva pur farlo! :-)

    p.s.: Grillo si è lamentato sul suo blog che i giornali lo hanno criticato per le battute e non per il programma. E' stata la sua fortuna, a mio avviso!

  3. Non che non sia d'accordo con quello che hai scritto, dato che è evidente che molte delle cose che Grillo afferma sono evidentemente infattibili. Ma c'è un merito che nessuno riconosce a Grillo: quello di tentare di smuovere la palude in cui si è impantanata lla politica italiana, portando nei palazzi ragazzi nei partiti normali non ci arriverebbero mai. Forse lo fa nel modo sbagliato, ma è il suo e non si può negare che ci metta la faccia.
    Se poi vogliamo dare un'occhiata anche ai programmi degli altri,c'è da mettersi a piangere (per quello di Pisapia, persona che stimo ma che evidentemente non sa scegliersi chi gli scrive il programma, un'interessante lettura la trovate qui:http://www.noisefromamerika.org/index.php/articles/Oh_Mia_Bela_Madunina%3A_Il_Programma_di_Pisapia)

  4. sì, è certamente un merito quello di smuovere la palude e coinvolgere giovani.
    ma se i giovani li coinvolgi male - e loro si fanno coinvolgere male - risiamo al punto di partenza, non trovi?
    è il senso del mio ultimo paragrafo: se la tua causa è buona, non ha senso tutto questo baccano per farla notare.

  5. l'Italia è un paese populista e berlusconi non ne è la causa, ma solo il prodotto (al massimo lo cavalca e quindi lo autosostiene, questo populismo impedendo all'italia di crescere, non economicamente ma civilmente)

    grillo è solo un altra faccia della stessa medaglia populista, tant'è che gli slogan contro i politici di professione e sulla legittimità popolare sono gli stessi

    [...]

    quella italiana è una situazione di feudalesimo politico