martedì 26 giugno 2012

La Rete non perdona 2 – #grillo e la guerra ai giornalisti e ai blog

Stringato e fulminante post di Gilioli sul suo blog che interpreta con precisione i contenuti del post di Grillo su querele di massa ai giornalisti e obbligo di rettifica sui blog che si azzardino a riportare notizie o valutazioni che non siano approvate da Grillo stesso o dal suo gruppo dirigente (che c’è, eccome se c’è). Gilioli fra l’altro evidenzia (oltre alla prima porcata della minaccia preventiva di querele, ovvero un’intimidazione diretta a tutta la stampa italiana) anche la porcata della volontà da parte di Grillo di pretendere rettifiche da tutti i blog di notizie che a suo parere (e a questo lui basta) possano offenderlo o non essere (secondo lui) la verità assoluta e rivelata.

Dalla Rete unica fonte libera di verità e informazione si è passati alla libertà ma solo se si parla bene di me?

Come scrivevo domenica, si è passati dall’editto bulgaro di Berlusconi a quello al pesto di Beppe Grillo.

Noto poi, non con stupore, che sia partita una campagna per cercare di smontare le ricostruzioni documentate sui rapporti fra Casaleggio e M5S e Grillo e sulle molte contraddizioni interne e deroghe (non pubblicizzate) alle regole del non statuto grillino (sbandierate a tutto spiano) pubblicate negli ultimi mesi, per far fronte all’emersione delle contraddizioni evidenti e non piú occultabili. Ha iniziato Travaglio con una maxi intervista su Il Fatto che è palesemente partigiana. Ha proseguito ieri Messora su Byoblu cercando di sminuire l’evidenza del peso imprenditoriale delle relazioni della Casaleggio Associati che, per stessa ammissione del fondatore Gianroberto, ha un peso fondamentale sulla comunicazione, le linee politiche e l’organizzazione di M5S. Se Travaglio da amico fa un favore a un amico (Grillo) con l’intervista (e non deve trovarsi Travaglio in una posizione comoda oggi visto che una delle testate che Grillo vuole querelare è proprio Il Fatto per un pezzo sulle difficoltà della non giunta Pizzarotti a Parma) il secondo pezzo è un capolavoro di un ex collaboratore e dipendente (grazie al cielo ha il buon gusto di dichiararlo) verso chi lo ha finanziato e promosso agli inizi della sua carriera di bloger e di giornalismo 2.0. Astenersi da farlo in maniera così sfacciata e direttamente, fosse stato solo per amor proprio, sarebbe stato un segnale di buon gusto e equilibrio. Ma si sa, basta mettersi il 2.0 in coda, e equilibrio, deontologia e buon gusto diventano accessori inutili.

Ma cosa ci racconta tutta questa vicenda (porcata)? Che Grillo ha paura. Che i suoi più stretti collaboratori hanno paura. Della libera stampa. Della Rete che non riescono a controllare.


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Intimidazioni sì, ma a cinque stelle

beppe-grillo_elezioni_2012

Se Beppe Grillo pensa di essere il primo politico a usare la querela penale e/o la causa civile come strumento di intimidazione verso l’informazione, sbaglia di grosso.

Lo hanno preceduto quasi tutti i leader e i sottoleader di tutte le altre forze politiche – tutte – e qui lo si è più volte notato.

Il suo obiettivo – «portarne in tribunale alcuni per educarne molti» – è solo un po’ più diretto, un po’ più violento, un po’ più schifoso: ma l’idea di far paura preventivamente a chi lo critica è uguale identica a quella di tutti gli altri politici che si propone di sostituire.

Ps Prego di non perdere la chicca: il fondatore del M5S vuole anche «rettificare i blog», proprio come nel Ddl Alfano. Meraviglioso!

Fonte: Piovono rane

Tra i commenti:

L’intimidazione preventiva contra omnes del post di Grillo è schifosa. E sarebbe schifosa in bocca a ogni politico. Provi a pensare se l’avessero fatta Berlusconi o D’Alema, e mi dica se le piace ancora.

Umberto scrive:
Gilioli chiama critiche quelle che in verita’ sono solo menzogne che gli organi di propaganda (perche’ la stampa italiana a quello si e’ ridotta) della casta sat rievrsando su Grillo in vista delle oramai prossime elezioni.
Un esempio, l’accusa di fare pubblicita’ a Forza Nuova, mossa apposta per fare apparire Grillo di estrema destra, in classico metodo Boffo (evidentemente Feltri ha fatto scuola).
E ovviamente quando Grillo querela chi dice menzogne (come farebbe ciascuno di noi) ecco che altri, in un gioco della parti collaudato, grida alla liberta’ di stampa.
Caro Gilioloi, in tutta questa vicenda c’e’ una cosa che fa schifo, ma non sono le presunte minacce di Grillo: e’ vedere quanto in basso sono arrivati a strisciare i giornalisti in Italia.

Risposta
A quando una bella notte dei cristalli con le testate che non vi piacciono?


Ilario scrive:
Mi pare che molti non colgano la differenza:
- se tu scrivi un articolo contro di me,e io ritengo quell’articolo diffamatorio,ti porto in tribunale e ti chiedo i danni….e poi il processo stabilirà chi dei due ha ragione.
- ALTRA COSA è invece se io scrivo un post sul più visitato “blog” italiano per intimarti preventivamente di non scrivere più,che altrimenti ti prendo e ti trascino in tribunale per diffamazione.
E poi ci sono i toni da nostalgico del fascio che usa…”colpirne uno per educarne cento”…
E poi ci sarebbe il fatto che,quando ancora non si era conclusa la metamorfosi in leader di partito,sto quà lanciava strali contro i politici che cercavano di tappar la bocca ai giornalisti minacciando la querela…

 Marco scrive:
Gilioli mi piace come scrivi, ma non devi criticare per forza perché ti paga de benedetti per farlo. Grillo in quel post scrive le menzogne citando per ognuna chi le ha scritte; è molto più schifoso scrivere cose che non esistono come avvenuto in quei casi. Gilioli non esiste la differenza tra Grillo e il M5S, siamo tutti con Grillo, mettitelo in testa, e se non ti sta bene, preparati ad altri 5 anni in cui aspetti Civati e critichi il PD o la sinistra per cosa dovrebbe fare.

Risposta
“Siamo tutti con Grillo” rischia di essere un’accettazione acritica, al limite del culto della personalità. Spero che anche nel M5S invece si sia in grado di capire se e quando Grillo fa una cazzata (tipo un’intimidazione generalizzata che, a buona ragione, avremmo molto criticato in bocca a un Cicchitto o a un D’Alema). Sottoporre tutto e tutti a un’analisi critica è il modo migliore, imho, per coltivare la propria zucca e non delegarla ad altri. Lascio perdere il ‘perchè ti paga De Benedetti’, che è una presunzione di mala fede che fa poco onore a chi la avanza. Grazie dell’intervento e ciao.


stefano scrive:
@giampietro (ed altri)
dimmi, in sostanza, cos’hanno fatto i berlusconiani di diverso. A partire dalla celebre puntata di Satyricon in cui Luttazzi si vide citato, credo, per una 20 di miliardi di lire (vincendo, ovviamente, in tribunale, visto che nel libro di Travaglio di balle non ce n’erano).
“Ed ha tutto il diritto di intimidire chi racconta balle sul proprio conto.”?????? Ma dove, in sudamerica?
se qualcuno di voi leggesse uno dei 20 commenti dell’autore di questo post, dice che l’obiezione non è nel diritto (sacrosanto) di rivolegersi a un tribunale se si pensa di avere subito un torto, ma è di tipo politico, non puoi passare anni a proclamare libertà e rete per tutti, dicendo anche una gran fila di cazzate e di insulti (’pisapippa’?), e poi minacciare querele a raffica quando la gente ti muove delle critiche.
l’articolo del corriere in questione l’ho letto. Giornalisticamente, fa schifo, insinua cose e basta. Però non si tratta di diffamazione, spiega anche che i banner sono gestiti da un aggregatore. Il nulla più assoluto insomma. Ora in due parole spiegami perchè Grillo ha il diritto di insinuare (senza dirlo apertamente e senza fare nomi, se no sarebbe querelabile) che, ad esempio, tutti quelli del PDmenoElle sono dei ladri. Mentre invece se un giornalista del Corriere fa un pezzaccio in cui insinua che i Grillo simpatizza per i neofascisti, bisogna crocifiggere.

giampietro scrive:
@stefano
C’è una legge che punisce chi racconta balle? Sì.
Quindi è lecito minacciare chi racconta balle su di te, eprchè c’è una legge apposta, come è lecito minacciare chi ti ruba, perchè c’è una legge apposta che punisce chi ruba.
Poi sarà la legge a stabilire se è vero che uno ha detto una falsità o no, o ha rubato o no, ma io se ritengo di essere stato derubato o che qualcuno ha detto balle su di me, ho tutto il diritto di portarlo in tribunale.
Ancora, non si tratta di critiche!!! Si tratta di dire balle! Se io vado in giro a dire che hai una casa alle cayman o hai telefonato a Berlusconi ieri, non ti sto criticando, sto dicendo balle! E ti sto facendo un torto.
Travaglio in quel libro citava sentenze, atti, documenti, è stato denunciato da chi non voleva che quei fatti (veri) fossero conosciuti. Ma erano fatti documentati, ed infatti ha vinto.
Se questi fantomatici giornalisti citassero una fonte, una intercettazione, un filmato, invece che dire “..dicono che..”, “sembra che..”, sarebbe un’altra cosa.
Vi rendete conto che pur di dire qualcosa contro Grillo ed il M5S, perchè noi siamo tutti Beppe Grillo (dica o no cazzate), stiamo avallando chi racconta fatti falsi? E ne stiamo legittimando l’uso? Confondendolo con “critica”?

Risposta
Si faccia un giro tra le ultime cento querele fatte dai politici ai giornalisti dell’Espresso, ad esempio: e vedrà quanto labile è il confine tra ciò che i politici definiscono ‘falsi’ e ciò che i giornalisti definiscono ‘critiche’. Certo, alla fine decide il giudice. Ma intanto ci sono le querele, le memorie difensive, le udienze, i testimoni, le infinite rotture di coglioni che chiunque vorrebbe evitare. I politici lo sanno, e minacciano querele proprio per questo: per rendere più timida e prudente la mano del giornalista quando si avvicina alla tastiera. Questo ha fatto, purtroppo, anche il signor Grillo.


  Liza scrive:
Gilioli, certi atteggiamenti non sono al limite del culto della personalità – sono proprio indicativi di pienissimo culto della personalità.
Basta leggere qua e la alcuni commenti sul blog di Grillo per rendersene conto. Io non voglio fare paragoni fra Grillo, Berlusconi, Bossi…. ma quello che rilevo in molte delle persone che seguono questi personaggi è l’adorazione cieca, che sottende o la necessità assoluta di fare parte di un branco guidato da un Capo, o l’assoluta convinzione che i problemi possano essere risolti solo da un Capo (pertanto togliendo a noi in prima persona la necessità di rimboccarci le maniche e curare il nostro paese – tutto, e non solo il nostro giardinetto personale).
liza

Ilario scrive:
Stai confondendo il piano di diritto con quello politico/comunicativo @gianpietro.
Il discorso di diritto dice in sostanza “scrivete,ma se poi scrivete balle e diffamate,le vittime vi portano in tribunale e vi fanno causa”.
Nellinvettiva di Grillo,invece,il discorso si trasforma in “NON scrivete,perchè se lo fate pesco un paio di voi e i miei avvocati li combinano cosi male che poi passa la voglia anche agli altri”.Nessuna differenza?
Certo,tu mi dirai “ma il suo discorso riguarda le falsità e le illazioni!”…..eh già,ma se si tratta di falsità e illazioni lo stabilisce il giudice DOPO,mentre Grillo vorrebbe censurare a PRIMA,arrogandosi lui il diritto di stabilire cosa è diffamazione e cosa non lo è.Anche qui…nessuna differenza?
poi….come mai nessun cenno,in quel post,alla proposta da lui spesso avanzata di proteggere i giornalisti e i blogger dando loro la possibilità di essere risarciti se chi li accusa di diffamazione perde la causa?Strano che non ne parli proprio in un post che ha come tema la diffamazione e la liberta di critica….

Pietro Orsatti scrive:
Rispondo prima di tutto a Claudio43… confermo parola per parola la mia valutazione che Grillo e i suoi collaboratori inizino ad avere paura. Ne è la dimostrazione dell’intimidazione di domenica, ne è la dimostrazione dell’esplosione di commenti e di tentativi di attacco su tutti i siti e blog (come questo di Gilioli) di chi rimanda al mittente l’intimidazione.
Poi sempre rivolto a Claudio43: quanti consensi pensi di ottenere insultando e “coattando” chiunque non si genufletta al tuo guru? Quanti con la prova di Cyber squadrismo, con insulto, spamming, calunnie (vere!) al posto del manganelli dell’olio di ricino?
Inoltre, e lo ripeto, è inutile sviare “sempre” il discorso accusando sempre che qualcun’altro è peggio. E’ un comportamento infantile. Roba da terza elementare (ottimisticamente).
p.s. (Claudio43: Messora per chi lavorava? e dove pubblicava i suoi primi servizi video? Mettiamola così, forse se affidava a altri quel tipo di sviolinata faceva una migliore figura)
E poi vado a una frase che mi ha molto colpito… non di Claudio43, sarebbe stato uno sforzo enorme per i suoi neuroni
“Quindi è lecito minacciare chi racconta balle su di te”. E’ lecito una beata minchia! Se sei certo e vuoi dimostrare che quello che uno ha scritto su di te è una calunnia lo porti in tribunale. Punto! E non ti metti a minacciare, prima, e verso tutta la categoria.