9 maggio 2011
di Mauro Miccolis
Continuiamo il nostro viaggio nel mondo di Grillo; qualche post fa abbiamo scoperto che la casa editrice a cui si appoggia il movimento 5 stelle e il suo portavoce Beppe Grillo, la Casaleggio, tra i vari servizi che offre, ci sono anche quelli di lobbying internet: organizza dei gruppi di orientamento del pensiero su internet; sostanzialmente paga delle persone per intervenire nei forum e social network per orientare le discussioni verso i desiderata del cliente.
di Mauro Miccolis
Continuiamo il nostro viaggio nel mondo di Grillo; qualche post fa abbiamo scoperto che la casa editrice a cui si appoggia il movimento 5 stelle e il suo portavoce Beppe Grillo, la Casaleggio, tra i vari servizi che offre, ci sono anche quelli di lobbying internet: organizza dei gruppi di orientamento del pensiero su internet; sostanzialmente paga delle persone per intervenire nei forum e social network per orientare le discussioni verso i desiderata del cliente.
Le tecniche utilizzate per piegare l’opinione pubblica on line, è
ben descritta in questi due post (1, 2). Le tecniche utilizzate per azzittire le voci dissonanti, cioè quelle
non manipolabili, sono riconducibili al cyber bullismo. Stormi
di persone ti insultano e diffamano cercando in questo modo di
invalidare le tesi sostenute (è uno dei trucchi base della
retorica: screditare la persona per screditare le sue tesi) agli occhi
di chi legge i tuoi post.
Non conosco i contratti che ha sottoscritto la Casaleggio, l’unico
cliente certo è il Movimento 5 Stelle, ma non credo di sbagliare a
pensare che tutti i movimenti politici, si avvalgono di servizi di
questo tipo.
Io trovo che fare lobbying internet, cioè fingersi dei cittadini
disinteressati, in modo da essere più credibili e cercare di manovrare
l’opinione pubblica è un servizio eticamente non accettabile; a me
sembra un imbroglio. Parlare con una persona che finge di essere
qualcosa di diverso da quello che è per essere più credibile, guadagnare
la tua fiducia e manipolare la tua opinione, lo trovo moralmente
scorretto; qualcosa di molto vicino al plagio.
Ma veniamo allo stesso Grillo e al suo modo di
fare politica. Lui dice che non è un politico e che non vuole
scendere in politica, è solo il portavoce di un movimento, e
giustifica con questo il suo modo di far politica che consiste nel
non accettare interviste e in soliloqui, spesso
dai toni molto accesi dove distrugge tutte le altre forze politiche
(senza dare diritto di replica, non accettando il confronto).
Vi sembra un modo onesto di fare politica? Parlare da soli
senza accettare un contradditorio? E se tutti i partiti fossero
come il movimento 5 stelle? Cioè si dotassero di un comico o una star
televisiva per propagandare le proprie idee, che cosa avremmo di fronte
se non un carosello di réclame dei vari partiti? Vogliamo davvero
ridurre la politica ad uno spot?
A tutti quelli che in questo momento staranno pensando ai soldi
risparmiati dai consiglieri del movimento 5 Stelle, io chiedo di pensare
anche ai soldi
che sono serviti per comperare l’appoggio di Grillo al movimento
(che ha portato queste persone nei consigli comunali). Senza dubbio è un
servizio redditizio quello di Grillo, visto che nel 2005 guadagna circa
4 milioni di euro spettacolarizzando la politica. Un politico di
professione, si uno di quelli vituperati da Grillo e da tutti gli
italiani, me compreso, costa circa 200.000 euro netti; quindi a conti
fatti se tutti i movimenti si dotassero di un Grillo, la politica ad
occhio e croce costerebbe 20 volte di più. Certo un bel Business.
Quindi, per tutti questi motivi, io depreco il modo di fare politica
di questo movimento, che uscendo dalle consuete regole del confronto
democratico, utilizza tecniche di marketing per attrarre consenso. Tutto
questo lo trovo non eticamente corretto.
Casa
originale di questo articoloFonte: Agoravox